Dati alla mano, nel 2019 solo il 32,2% di coloro che soffrivano di limitazioni gravi risultava occupato, contro il 59,8% delle persone senza disabilità particolari.
In questo articolo affrontiamo la questione dell’inserimento lavorativo dei disabili, spiegando nel dettaglio cosa prevede la normativa vigente e come fare per inserirsi nel mercato del lavoro.
Cosa si intende per disabili
Prima di addentrarci nella normativa che tutela le persone che presentano limitazioni più o meno gravi, è necessario effettuare una doverosa premessa, ovvero chiarire che cosa si intende con il termine disabilità.
Secondo la definizione più generica del termine si tratta di una menomazione duratura che può interessare l’ambito fisico, intellettuale, sensoriale o mentale, capace di ostacolare in qualche modo il pieno inserimento dell’individuo all’interno della società.
In altre parole, significa che il disabile andrà incontro a difficoltà di vario genere nello svolgere attività di vita quotidiana, rendendo necessario l’ausilio di strumenti idonei (carrozzina, protesi, bastone…), oppure l’aiuto di personale di supporto competente, come infermieri, educatori o assistenti sociali.
Come puoi immaginare, dunque, si tratta di una condizione che rende difficile anche il proprio inserimento nel mondo del lavoro, perché implica la necessità di creare posizioni lavorative ad hoc, che possano garantire un corretto svolgimento della mansione, senza causare alcun pericolo per la persona affetta da disabilità.
Nel corso degli anni sono state emanate diverse normative volte ad agevolare questo tipo di assunzione, che vedremo meglio nel prossimo paragrafo.
Cosa afferma la normativa di riferimento
Per quanto concerne l’inserimento lavorativo disabili, devi sapere che la principale normativa di riferimento è la Legge n. 68 del 1999, che specifica quali sono da considerare le categorie protette e tutte le tutele previste, al fine di garantire a tutti pari opportunità di carriera.
In particolare, la normativa si riferisce a tutti gli invalidi civili con una percentuale pari o superiore al 46% e a tutti gli invalidi del lavoro con una percentuale pari o superiore al 34%.
A queste categorie bisogna poi aggiungerne altre, secondo l’elenco riportato di seguito:
- Persone incapaci di udire e/o di vedere;
- Gli invalidi di guerra, civili o meno;
- Gli invalidi di servizio;
- Gli orfani e i coniugi superstiti di coloro che hanno prestato servizio nelle pubbliche amministrazioni o simili, ma sono deceduti in guerra, lavoro o servizio;
- I profughi italiani rimpatriati.
La normativa di cui sopra ha poi subito delle modifiche grazie al Jobs Act del 2015, che ha fornito delle linee guida sul collocamento mirato delle persone con disabilità, per rafforzare l’integrazione e far sì che le abilità del singolo potessero incontrarsi con le esigenze aziendali.
Inserimento Lavorativo Disabili: le quote aziendali
Ora che abbiamo chiarito quali sono le categorie protette prese in considerazione dalla legge italiana, devi sapere che in base alla grandezza dell’organico aziendale, è previsto un numero minimo obbligatorio di lavoratori disabili (le cosiddette categorie protette).
In particolare:
- Con un numero di dipendenti compreso fra 15 e 35, si deve assumere 1 lavoratore appartenente alla categoria protetta;
- Da 36 a 50 dipendenti, si parla di 2 lavoratori di categoria;
- In grandi aziende con più di 50 posti lavorativi, il 7% di questi deve essere destinato agli individui appartenenti alle categorie protette.
Il numero totale può essere calcolato prendendo in considerazione le diverse unità produttive presenti sul territorio, talvolta presentando apposita autorizzazione presso il Ministero del Lavoro.
Tieni presente che le quote di cui sopra valgono anche per gli enti pubblici, ma è chiaro che per essere assunto in questi contesti dovrai comunque superare il relativo concorso, oltre a possedere i requisiti del bando, che possono riguardare anche i titoli accademici.
Infine, ti ricordiamo che l’obbligo di assumere personale appartenente alle categorie protette non riguarda alcuni settori lavorativi, come quello dei trasporti pubblici, dell’edilizia, dei partiti politici, del corpo di polizia, solo per citarne alcuni specificati dalla Legge n. 68/99.
Inserimento Lavorativo Disabili: ecco come iscriversi
Se sei una persona che presenta una delle disabilità specificate in precedenza, oppure conosci qualcuno che rientra in una delle categorie protette, devi sapere che l’iscrizione alle stesse non avviene in automatico, ma bisogna presentare opportuna richiesta.
Il primo passo è quello di recarsi dal proprio medico curante per richiedere un certificato scritto relativo al proprio stato di salute, il quale dovrà poi essere trasmesso telematicamente all’INPS, accedendo al portale ufficiale con le proprie credenziali: Portale Inps – Home.
Entro 30 giorni l’ente ti comunicherà per iscritto data e ora per effettuare una visita medica presso un punto Asl presente sul territorio: in questo frangente una Commissione sanitaria valuterà il tuo stato di salute, determinando la percentuale di invalidità e il lavoro che puoi svolgere secondo le tue abilità.
Il certificato rilasciato dall’INPS potrai presentarlo al Centro dell’Impiego provinciale quando effettui l’iscrizione per cercare opportunità di carriera, che in questo caso sarà un’offerta di lavoro rivolta a persone facenti parte delle categorie protette secondo la Legge n. 68/99.
Attenzione, però, agli altri requisiti obbligatori, ovvero avere un’età compresa fra i 15 anni e quella pensionabile ed essere disoccupato.
Ricorda che l’assunzione a tali impieghi potrebbe non essere immediata, in quanto si viene iscritti a delle graduatorie provinciali e regionali; inoltre, se dovessi rifiutare più volte le proposte di lavoro idonee al tuo livello di abilità, verresti cancellato dalle stesse.
Caso particolare: invalidità sopraggiunta durante il rapporto di lavoro
Durante la propria carriera possono capitare degli eventi infausti, dovuti a malattie o infortuni sul lavoro, che possono lasciare segni permanenti, come un’invalidità che riduce le proprie abilità.
In questo caso, non potendo più svolgere il lavoro per cui eri stato assunto in origine, l’azienda ha il compito di garantirti comunque una posizione all’interno dell’organico, che ti consenta di mantenere lo stesso stipendio, quand’anche fosse una mansione inferiore alla precedente.
In particolare, tutti coloro che hanno acquisito un’invalidità civile maggiore o uguale al 60%, oppure un’invalidità del lavoro uguale o superiore al 34%, possono essere ricollocati senza passare per il licenziamento.
Per le altre percentuali di disabilità, invece, è prevista una nuova assunzione, in quanto è necessario rientrare nella lista dei disoccupati invalidi almeno per un giorno prima di ottenere il lavoro.
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Fonte notizia
posizioniaperte.com inserimento-lavorativo-disabili-cosa-prevede-la-legge