Quindi, vogliamo ora spiegarvi cos’è nel dettaglio questa imposta, a cosa serve e chi riguarda.
Cos’è l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche
Istituita con D.P.R. n. 597/1973 e in seguito con D.P.R. n. 917/1986 ricompresa nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), l’imposta sul reddito delle persone fisiche è un’imposta che grava su tutti i redditi dei soggetti fisici (le persone) residenti in Italia, ovvero su quelli qui prodotti e/o percepiti qui da chi risiede all’estero.
È la legge stessa ad individuare i redditi soggetti all’IRPEF, che sono:
- fondiari (fabbricati e dei terreni)
- capitali;
- redditi da lavoro dipendente e simili, nonché i redditi di pensione;
- quelli derivanti da lavoro autonomo;
- quelli di impresa;
- redditi diversi sulla base di quanto stabilito all’articolo 67 del Testo unico delle imposte sui redditi.
Su questi redditi lo Stato vanta un tributo finalizzato al finanziamento dei servizi pubblici generali, costituendo quindi una delle principali entrate nelle casse dello Stato.
Trattandosi di un’imposta progressiva, essa non è uguale per tutti, ma varia sulla base dell’entità del patrimonio reddituale posseduto.
Chi deve Versare l’Irpef?
Come accennato nei paragrafi precedenti, l’Irpef è dovuta da tutti i soggetti fisici che producono reddito. Rientrano in questa categoria i lavoratori dipendenti, quelli autonomi e i pensionati, residenti in Italia o all’estero, ma solo se percepiscono o producono redditi nel nostro Paese.
Come si Calcola l’Irpef
Per il calcolo dell’Irpef si tengono in considerazione tutti i redditi prodotti durante l’anno dal soggetto. L’insieme di questi costituisce la cosiddetta base imponibile, che varia sia a seconda dell’entità del reddito, come abbiamo già detto, sia in base alla tipologia dello stesso.
A partire dalla base imponibile, vengono poi calcolate le aliquote, le detrazioni e deduzioni e altre imposte.
Prima di procedere ad analizzare tutti questi parametri, ricordiamo che il patrimonio reddituale della persona fisica viene dichiarato in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, da effettuarsi ogni anno.
Aliquote Irpef
Come accennato sopra, più alto è il reddito, maggiore è l’imposta da pagare. Alla determinazione complessiva dell’imposta lorda dovuta concorrono le aliquote.
Di queste ne abbiamo parlato in Nuove Aliquote Irpef 2023, dove accennavamo all’intenzione del Governo di rimodulare le stesse, riducendole da quattro a tre con l’intenzione di venire incontro alle esigenze delle fasce di reddito medio.
La riforma, però, non è ancora stata attuata e al momento il numero di aliquote in vigore è sempre pari a quattro, con alcune variazioni in merito alle percentuali. Allo stato attuale, gli scaglioni Irpef sono, pertanto, così calcolati:
- 23% per redditi fino a 15mila euro;
- 25% (anzichè il 27% precedente) per redditi compresi tra 15mila e 28mila euro;
- 35% per redditi compresi tra 28mila euro e 50mila euro;
- 43% per redditi superiori ai 50mila euro.
Ne consegue che l’imposta dovuta è pari a:
- I scaglione: 3450 euro;
- II scaglione: 3.450 euro con aggiunte del 25% sui redditi superiori i 15mila euro e fino a 28mila euro;
- III scaglione: 6.700 euro con aggiunta del 35% sui redditi superiori i 28mila euro e fino a 50mila euro;
- IV scaglione: 14.400 euro con aggiunta del 43% sui redditi che superano i 50mila euro.
Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche: gli Oneri Deducibili
All’imposta lorda complessiva si sottraggono, però, alcune spese, cosiddette oneri deducibili, che vanno di fatto a ridurre l’importo lordo.
Per capire come si applicano e quali sono, è importante per prima cosa distinguere tra soggetti residenti e non residenti.
Nel primo caso, abbiamo già detto che il reddito complessivo è composto da tutti i redditi prodotti. A questo, in sede di dichiarazione dei redditi, si sottraggono tutte le spese sostenute dal contribuente, per una somma tale fino all’ammontare dell’imposta dovuta.
Sono oneri deducibili, ad esempio, le spese sostenute per il coniuge, figli o familiari a carico; le spese sanitarie, quelle per l’istruzione o gli interessi sul mutuo.
A queste, si aggiungono poi ulteriori spese deducibili che, a differenza delle altre, permettono addirittura di pagare l’imposta di uno scaglione inferiore al proprio (si tratta delle cosiddette deduzioni, che comprendono ad esempio donazioni ad enti no-profit o l’assegno versato ai figli o all’ex coniuge).
Ai soggetti non residenti, invece, si applicano solo alcune detrazioni e deduzioni. Per quanto riguarda le prime, possono sottrarsi all’imposta lorda complessiva le detrazioni da lavoro dipendente o le spese per ristrutturazioni edilizie. Nel caso delle deduzioni, invece, possono essere sottratte solo le donazioni di cui all’art.24 comma 2 del TUIR.
Come si Paga l’Irpef
Circa le modalità di pagamento dell’imposta Irpef, è l’Agenzia delle Entrate a fare chiarezza.
Come si legge nella pagina dedicata, l’imposta viene versata con un acconto (di una o due rate) e successivamente si provvede al pagamento del saldo.
Per quanto riguarda l’acconto, questo si deve versare solo nel caso in cui l’imposta dichiarata nell’anno in corso, ma riferita al precedente, è superiore a 51,65 euro al netto delle detrazioni e altri oneri sottratti.
Per chi deve versarlo, ecco quali sono le date da fissare sul calendario:
- 30 novembre: data prevista per chi deve effettuare il pagamento dell’acconto (solo se inferiore a 257,52 euro) in un’unica rata;
- entro il 30 giugno ed entro il 30 novembre, chi deve pagare un acconto in due rate. In questo caso, l’ammontare dell’importo da versare è pari al 40% del totale per la prima rata e pari al 60% per la seconda.
Le stesse date sono valide anche per chi rientra in regime forfettario, con la differenza che l’importo totale da pagare deve essere inferiore o superiore a 206 euro.
Il pagamento può essere effettuato tramite modello F24 (i cittadini non residenti, invece, possono utilizzare qualsiasi altro mezzo di pagamento idoneo).
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Fonte notizia
posizioniaperte.com imposta-sul-reddito-delle-persone-fisiche