Le domande sono tante, e questo articolo nasce proprio con l’esigenza di rispondere a tutte.
Pensionati in Portogallo: è veramente conveniente?
Si è molto parlato in Tv e sui giornali di Italiani che, raggiunta la pensione, si sono trasferiti all’estero (sarebbero infatti oltre 7.000 i residenti, per lo più a Lisbona, nelle Algarve e a Porto). Il governo italiano ha addirittura implementato programmi per incentivare i pensionati a trasferirsi all’estero, come il cosiddetto “regime fiscale privilegiato” o “flat tax”, che consente ai pensionati di pagare solo una tassa forfettaria sulle pensioni ricevute dall’Italia, invece di dover pagare le tasse nel Paese in cui risiedono.
Tra le mete scelte, una delle preferite è il Portogallo. Le ragioni di una simile scelta sono molte: minor costo della vita (anche se negli ultimi anni si è registrato anche qui un aumento dei prezzi quale conseguenza dell’inflazione che ha colpito tutti gli Stati europei), bel clima, bei paesaggi, sicurezza. C’è, però, un motivo che più degli altri condiziona la decisione dei pensionati italiani di andarsene da qui e trasferirsi all’estero: la pensione e più nello specifico, la tassazione della pensione.
Se questo è il problema, perché il Portogallo rappresenta la soluzione?
Tassazione pensione italiana in Portogallo
Perché proprio il Portogallo è tra le destinazioni preferite dai pensionati italiani? Il Paese, infatti, è al secondo posto, dopo Malta, nella classifica delle preferenze e tra i fattori decisivi c’è appunto un regime fiscale agevolato introdotto qualche anno fa.
Di cosa si tratta?
Introdotto quasi 15 anni fa, questo particolare sistema prevedeva, all’inizio, la detassazione al 100% delle pensioni percepite all’estero ma, a partire dal 2020, il Governo ha approvato una legge che introduce un’aliquota fiscale decennale del 10% sulle pensioni dei residenti stranieri che hanno aderito, di cui parleremo a breve.
Inoltre, Italia e Portogallo hanno sottoscritto nel 1976 un accordo, che ha subito negli anni diverse modifiche: la Convenzione di non doppia imposizione tra Italia e Portogallo.
Questa stabilisce le regole per evitare la doppia imposizione fiscale sui redditi percepiti dalle persone fisiche e dalle società residenti in uno dei due paesi. In particolare, stabilisce le norme per la tassazione dei redditi da lavoro dipendente, delle pensioni, dei redditi da lavoro autonomo, dei redditi da immobili, dei redditi da capitale e delle plusvalenze.
Secondo la convenzione, i redditi percepiti da una persona fisica residente in uno dei due paesi sono tassati solo in quel paese, a meno che non siano derivati da fonti situate nell’altro paese (ad esempio coloro che percepiscono una pensione maturata alle dipendenze delle Pubblica Amministrazione). In questo caso, il reddito può essere tassato anche nell’altro paese, ma il paese di residenza della persona fisica deve concedere un credito d’imposta per l’importo della tassa pagata all’estero.
Stando all’accordo, quindi, i pensionati italiani che risiedono in Portogallo sono soggetti alla tassazione delle loro pensioni in Portogallo. Ciò significa che le pensioni italiane sono tassate come reddito in Portogallo e non in Italia.
Il Portogallo ha una scala fiscale progressiva, in cui le aliquote fiscali aumentano in base al reddito. Le aliquote variano dal 14,5% al 48% e sono determinate in base alla situazione familiare e al reddito del pensionato. Tuttavia, per i pensionati stranieri che diventano residenti in Portogallo, esiste un regime fiscale privilegiato noto come “regime fiscale agevolato”, che, per l’appunto, prevede una tassazione del reddito estero con un’aliquota fissa del 10% per un periodo di 10 anni.
Quali pensioni sono detassate?
Come abbiamo avuto modo di accennare, non tutti i redditi trasferiti all’estero sono soggetti al regime fiscale agevolato, tra cui le pensioni maturate alle dipendenze da una PA (scuola, ministero o altro ente pubblico).
Di conseguenza, possono beneficiare della detassazione solo le pensioni private, tra cui quelle di:
- INPS
- INPGI
- ENPAM
- ENASARCO
- INARCASSA
- CASSA GEOMETRI
- CNPDAC
- CASSA FORENSE
- ENPAV
- Banca d’Italia
Cos’è lo statuto di non residenza (NHR) portoghese
Uno dei passaggi per ottenere la detassazione della pensione, o meglio, l’applicazione dell’aliquota al 10% per redditi provenienti dall’estero è l’ottenimento dello status di residente non abituale in Portogallo.
Il regime fiscale in questione è stato creato con l’obiettivo specifico di attrarre cittadini stranieri, offrendo loro una serie di vantaggi fiscali unici nel loro genere. Grazie a questa normativa, le persone possono godere di un regime fiscale agevolato per un periodo prolungato di 10 anni. Durante questo periodo, possono beneficiare di condizioni fiscali vantaggiose riguardanti determinate tipologie di reddito generato all’interno del territorio portoghese.
Tutto ciò implica il trasferimento della residenza fiscale in Portogallo e ottenere il riconoscimento dello status di residente fiscale non abituale, che rappresenta il primo step per ottenere la tassazione al 10% per 10 anni di imposte sulla pensione.
Per ottenere i benefici di questo regime fiscale, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici. Prima di tutto, occorre dimostrare di aver trascorso più di 183 giorni, consecutivi o sparsi, in Portogallo durante un periodo di 12 mesi. Nel caso in cui la permanenza sia inferiore a tale soglia, è richiesto che si disponga di una proprietà immobiliare acquistata o affittata entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Questo serve a dimostrare l’intenzione di mantenere e utilizzare tale abitazione come residenza principale in modo stabile.
Inoltre, è essenziale dimostrare di non aver risieduto in territorio portoghese nei cinque anni precedenti all’anno in cui si desidera aderire a questo regime fiscale. Questo requisito è fondamentale per garantire che il regime sia rivolto a individui che non hanno avuto una residenza abituale in Portogallo nel recente passato e desiderano aderire per la prima volta.
Rispettando questi requisiti, sarà possibile accedere ai vantaggi fiscali offerti da questo regime e godere delle agevolazioni fiscali su determinati redditi generati in Portogallo o dell’esenzione fiscale su una parte significativa della propria pensione.
Solo dopo il riconoscimento del titolo di residente non abituale, ci si può appellare alla Convenzione (la richiesta di esenzione dall’applicazione delle ritenute alla fonte in Italia va presentata all’Inps compilando un apposito modello) e ottenere le agevolazioni previste.
Come si può immaginare, in questi anni sono fiorite diverse agenzie di relocation e intermediari specifici sia in italia che in Portogallo, occhio però a capire che queste persone non siano dei truffatori: chiedere consiglio ad un commercialista o ad un avvocato di fiducia è decisamente consigliato.
Ulteriori requisiti: che altro serve?
Chi vuole beneficiare dell’agevolazione derivante dal regime fiscale portoghese, oltre ai requisiti visti nel paragrafo precedente, deve anche:
- iscriversi all’AIRE – Anagrafe degli italiani residenti all’estero
- aprire un conto corrente bancario in Portogallo su cui accreditare la pensione
- trasferire in Portogallo il proprio centro vitale di interessi (ovvero essere realmente residenti li)
Cosa succede dopo i 10 anni?
Il beneficio fiscale che prevede l’applicazione dell’aliquota del 10% sulle pensioni degli stranieri ha una durata decennale non prorogabile. Cosa accade una volta trascorso questo periodo?
Il pensionato ha due soluzioni:
- acquisire la cittadinanza portoghese e quindi assoggettare i propri redditi da pensione alla normale tassazione portoghese;
- mantenere la cittadinanza italiana e godere del regime fiscale nostrano, anche continuando a stare in Portogallo.
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Fonte notizia
posizioniaperte.com pensionati-in-portogallo-conviene-ancora