Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Luogo unico al mondo dove storia, tradizione e devozione popolare si intrecciano dando vita a molte leggende. Alle Fontanelle, cimitero napoletano, ci sono resti umani di tantissime persone vittime per lo più delle grandi epidemie del passato, disseminati su un’area molto grande, costituita da tre grandi gallerie. E’ impressionante il numero di teschi, femori e tibie ospitate.
Ogni mia foto è filtrata dall'’emozione, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre e il cimitero delle Fontanelle mi ha sempre affascinato e mai impaurito; la collocazione di quelle centinaia di migliaia di ossa in maniera così precisa, puntuale e geometricamente ineccepibile, infonde una tranquillità interiore, una sensazione di “sistemato”, di “organizzato”, che rende il luogo meno minaccioso, anche se sempre straordinariamente misterioso. Questo, insieme alle storie ed ai racconti, mi ha spinto ad interpretarlo in modo del tutto personale. In alcune immagini mi sono ispirato allo ‘still life’, uno stile fotografico molto diffuso in pubblicità, utilizzato per la rappresentazione di oggetti inanimati che ha lo scopo di contribuire alla vendita di prodotti e che solitamente si realizza in studio; in altre invece ho utilizzato un ’semi-mosso’ impostando sulla macchina fotografica un tempo lungo e muovendo leggermente la mano al momento dello scatto, dando così la sensazione di un oggetto che si sdoppia, un oggetto dal quale esce la sua anima. Queste foto le ho realizzate in due occasioni diverse. Credo comunque che presto ci ritornerò e quello spettacolo unico ed insolito ispirerà sicuramente altri scatti ed altre interpretazioni inconsuete.
Un patrimonio culturale e materiale singolare ed originale, dove vita, morte e spiritualità si intersecano e si fondono con una spontaneità e una naturalezza propria dell’animo altrettanto unico del popolo partenopeo”.