La “Rosa” gialla
La caffettiera è uno degli oggetti della signora Rosa, che, alla sua morte, gli eredi hanno ritenuto senza
valore e gettato nei rifiuti. Si ritrova accanto a un vecchio quaderno che fa capolino dai rifiuti di carta: una
sorta di diario, in cui la donna appuntava i suoi pensieri, a cui faceva corrispondere un numero della
Smorfia napoletana. Il quaderno e la caffettiera iniziano a dialogare, ingannando il tempo che precede la
loro fine, ricordando i “bei tempi”, quando erano indispensabili e molto apprezzati in casa e le esperienze
vissute accanto a Donna Rosa. Da quell’ incontro casuale, nascerà un’amicizia sincera e intensa, seppur di
breve durata. I due amici comprenderanno finalmente che la vita è un ciclo in cui il più forte mangia il più
debole. Per attraversare la vita e i pericoli che vi si celano, non si può far altro che affidarsi a Dio e accettare
la morte con coraggio, immaginando dopo di essa orizzonti più felici. I due si diranno addio a cuor leggero
all’alba del nuovo giorno, quando il camion della nettezza urbana verrà a prelevarli per lo smaltimento nella
discarica.
IL diario dell’imperfezione: la rosa rossa
Sinossi
La scrittura può essere una grande terapia: guarisce i blocchi, le paure, aiuta a essere più consapevoli di noi
stessi, dando voce alle nostre imperfezioni, al rimosso, al disagio, a pesi che ci portiamo dentro e che non
troverebbero altra via d’uscita, per poi affidarli a un amico lontano, che seppur non ti conosce di persona,
riuscirà a interpretarli nella maniera giusta e a immedesimarsi in te: il lettore.
La truffa sentimentale: Rosa Rosa
Il bisogno di affetto, di essere amati, riconosciuti, il desiderio di trovare l’altra metà per sentirsi completi a
volte è così forte che si cede all’illusione, alla magia della favola, spiccando il volo senza avere ali e così si
finisce poi sul pavimento, facendosi male. Qualcuno asserisce che non è importante farsi male quando si
finirà a terra, ma quel breve momento in cui ci si sente come se si stesse volando.
Queste sono le mie note in cui spiego il perché di questa trilogia
Note dell’autrice
Perché una trilogia?
Mi ha sempre affascinato il numero Tre in quanto estremamente aperto e ricco di significati.
Il Tre è la sintesi del pari (due) e nello stesso tempo del dispari (uno), simbolo della Trinità Cristiana e
dell’uscita dall’antagonismo. Esso, infatti, riesce a superare la visione parziale, riduttiva e contrastante del
dualismo tra due realtà opposte: giusto/sbagliato, bello/brutto, innocente/colpevole, uomo/donna.
Tre è il simbolo della triforcazione della pianta quando allunga i suoi rami. È come se nel Tre il pensiero
riuscisse a moltiplicarsi, espandendosi e a essere contemporaneamente madre, padre e figlio/a e quindi un
soffio generatore del nostro futuro.
La Kabbalah, associa il Tre al Ghimel (ג), la terza lettera dell’alfabeto ebraico.
Il Ghimel (ג) ha la forma simile a un individuo nell’atto di correre, il suo piede si spinge in avanti come se
volesse fuggire alle proprie limitazioni, alla stasi che lo paralizza e lo rende immobile. Infine Il numero Tre
nella Smorfia napoletana si identifica con 'a jatta (la gatta): un animale che può cadere senza farsi male e
con un forte istinto naturale che le permette di gestirsi in perfetta autonomia in ogni situazione, anche in
quelle peggiori.
Perché le rose?
Ogni rosa è in grado di convogliare un messaggio diverso attraverso le straordinarie tonalità e sfumature di
colore, significati talvolta molto contrastanti tra loro.
La rosa è bene e male insieme, è amata sia dalle streghe che dalle fate, è un’associazione di bellezza eterea
ma anche di dolore e inganno per la contemporanea presenza di pericolose spine lungo lo stelo. Il suo
costante fiorire e sfiorire è un perpetuarsi ciclico verso altre dimensioni dell’essere, è un continuo divenire.
La sua fragranza può diventare un ottimo supporto psicologico e fisico che alleggerisce i conflitti interiori e
ci fa ritrovare in pochi istanti la pace e la serenità perduta.
La Rosa Gialla è quella dal colore più allegro, è simbolo di vivacità, ma anche di gelosia. Essa riesce a donare
stimoli e produrre autostima nei momenti di sconforto.
La Rosa Rossa simboleggia sentimenti quali la passione e l’amore estremo, sentimenti forti e talvolta
imperfetti. Ma non è l’unico significato, ce ne sono altri secondari ma altrettanto rappresentativi.
La Rosa Rosa infine, simboleggia l’affetto e l’amicizia. Essa trasmette un messaggio di simpatia, amicizia e
lealtà, l’assenza di malizia e di doppi fini, la semplicità, la spensieratezza, l’ammirazione, ma anche
l'esistenza di un amore innocente di data recente.
Per la scrittura dei miei racconti ho trovato fonte d’ispirazione nello studio del mondo giapponese e in
particolare della filosofia del Wabi Sabi. Essa coglie la bellezza nell’imperfezione, apprezza la semplicità e
accetta la natura transeunte di ogni cosa.
Un modo diverso di affrontare le sfide della vita moderna e i suoi limiti. Ci suggerisce che bisognerebbe
semplicemente rallentare, semplificare la nostra complicata quotidianità concentrandoci su ciò che conta
veramente per noi: le nostre passioni, i nostri sogni che purtroppo spesso abbandoniamo per essere
“tristemente” realisti. Ci sono miriadi di possibilità intorno a noi, ma non riusciamo a vederle, sono solo al
di là della paura dei nostri possibili fallimenti. Seppur essi ci saranno, dovranno avere il mero scopo di
rafforzare la nostra capacità di resilienza. La bellezza di una semplicità sincera può delinearsi
dall’inesorabile passaggio del tempo, comprendendo serenamente la nostalgia, l’imperfezione in una
tensione più dolce e profonda.
Biografia
Maria Tedeschi è docente di Lingua e civiltà inglese presso il Liceo Classico Plinio Seniore di Castellammare
di Stabia. È la referente dell’istituto per l'internazionalizzazione e mobilità internazionale degli studenti. In
particolare cura le pubbliche relazioni in lingua inglese dell’istituto con i paesi orientali.
Da circa due anni ambasciatrice alla gentilezza per l’associazione Cor et Amor di Ivrea, ha scelto la
gentilezza come propria filosofia di vita. Appassionata di viaggi, di musica rock e di letteratura, vive a S.
Antonio Abate con il marito Aldo e i due figli Domenico e Maria Grazia. Si è dedicata allo storytelling
realizzando con i suoi discenti diversi cortometraggi*, anche in lingua inglese, che hanno ottenuto il primo
posto o la medaglia d’oro nelle competizioni nazionali.
Ha esordito con Non chiudere quella porta, edito dall’iseafbooks che ha ricevuto diversi riconoscimenti tra
cui la menzione d’onore al concorso “Amore sui generis” 2° edizione, seguito da: La Maiastra e le vite
invisibili, suo secondo romanzo e vincitore del premio internazionale “Letteratura” dell’istituto italiano di
cultura di Napoli edizione 2021.
Ha collaborato con diverse band, cantanti italiani e inglesi come songwriter. La Trilogia delle rose in lingua
italiana e inglese è la sua ultima fatica letteraria. Il racconto: La “Rosa” gialla è stato già pubblicato in
versione audible, un dono dell’autrice per gli ipovedenti ed è presente in un’antologia letteraria in lingua
francese.
* Miglior Cortometraggio Cinecibo Categoria Edizione 2011 con colonna sonora di Eugenio Bennato.
Premio giuria tecnica per il Miglior Cortometraggio - Categoria Senior (Scuola Medie Superiori) Cinefrutta Edizione 2012 con
colonna sonora a cura della band inglese Gold Skies Ahead.
2016/2017 Medaglia d’oro Premiazione del Concorso Nazionale L’Archivio Nazionale dei Monumenti Adottati dalle scuole
italiane” Villa S.Marco, l’adottiamo noi!” con colonna sonora autoprodotta in collaborazione con il rapper Dominas.
2017/2018 Premiazione del Concorso Nazionale L’Archivio Nazionale dei Monumenti Adottati dalle scuole italiane- Medaglia
d’oro per il video “Via Coppola e i suoi segreti” colonna sonora a cura del rapper Nto