Presso il Monastero di clausura delle Trentatré (in via Luciano Armanni16 Napoli), uno dei luoghi più particolari del centro storico di Napoli in cui convivono arte, storia, fede e carità cristiana, è in programma la tappa napoletana dell’European Tour 2022 del maestro José Antonio Escobar: Sabato 5 novembre, alle ore 19:00. José Antonio Escobar, uno dei migliori chitarristi al mondo, suonerà in anteprima mondiale con la chitarra costruita dal maestro liutaio napoletano, il cavaliere Marco Sellitto, ritenuto il massimo innovatore contemporaneo nel campo della liuteria della chitarra classica.
Marco Sellitto - ingegnere nel campo dell’acustica, ma anche studioso e divulgatore instancabile, prima ancora che liutaio stimato a livello globale - nato a Napoli inizi anni ’70, ha studiato chitarra classica presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli e da lì ha iniziato un percorso di analisi unico al mondo che l’ha portato a brevettare dopo circa 10 anni di attività di ricerca, allo sviluppo completo di un suo strumento, che ha recentemente ricevuto il brevetto ufficiale e che sarà presentato in anteprima mondiale sabato durante il concerto del maestro chitarrista colombiano Josè Antonio Escobar.
Dando vita a questo strumento, Marco Sellitto, ha originato una fiaba perfetta, che tra sogno e realtà, svela con incantevole senso poetico i segreti della liuteria. Ed è proprio dal desiderio di raccontare la magia del mestiere del liutaio alla collettività nasce questo magnifico caso di romantica invenzione.
Sellitto dice: «Grazie ai miei studi di ingegnere ho applicato una certa tecnica e specifica analisi alla liuteria tradizionale della chitarra classica, in tal modo sono giunto ad una nuova concezione della chitarra classica in cui si riflettono la continuità con la tradizione classica e, la presenza di importanti innovazioni su di essa implementate».
Non a caso la sua passione per la musica, e in particolare per la chitarra classica, lo ha portato ad interessarsi e studiare a fondo le caratteristiche dei legni e il loro impiego nella liuteria della chitarra classica, analizzando le concezioni e le modalità costruttive degli autori storici - soprattutto quelle del grande caposcuola spagnolo Antonio de Torres - di cui l’ingegnere è oggi considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale.
«Attraverso questo concerto di sabato – prosegue Sellitto - e attraverso la sapiente interpretazione di José Antonio Escobar - uno dei migliori chitarristi al mondo, che trovo essere un maestro assoluto in seno a questo specifico repertorio - che suonerà, in anteprima mondiale la chitarra da me brevettata, intendo comunicare a tutti l’importanza delle innovazioni apportate in campo musicale dallo strumento suddetto. È per me un grosso piacere poter raccontare dei miei progressi e degli studi che hanno portato sin qui».
Fra le altre, l’ulteriore grande innovazione introdotta da Marco Sellitto, è un trattamento denominato “Trattamento Tesla” (in onore del grande scienziato NiKola Tesla) che, grazie all’implementazione di una speciale polarizzazione dei legni da destinare alla costruzione dei suoi strumenti, ne consente l’“orientamento molecolare”; un nuovo progetto di incatenatura della tavola armonica che, per la prima volta, non fa uso delle due catene maestre; e ancora (basandosi sulle sue ricerche dell’analisi dei modi di propagazione delle onde sonore nello spazio e sui relativi fenomeni di riflessione e incidenza), ha realizzato un nuovo concetto di “cassa di risonanza” della chitarra classica.
«In questo modo – conclude Sellitto - grazie a una migliore propagazione delle forme d’onda al suo interno, abbiamo una chitarra classica, capace di risposte in frequenza che parte dai 65hz (nota più bassa del violoncello), ad oltre 3mila hz (nota più alta del violino). Ho infine elaborato la preparazione di una vernice, che fa uso esclusivo di resine naturali, la cui formula ho messo a punto dopo aver lungamente studiato quelle della liuteria violinistica cremonese, dei grandi maestri Amati, Guarneri e in particolar modo, Stradivari».