Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Nel 2011 per denunciare la situazione di degrado della mia città, organizzai una partita di golf nelle buche stradali. Campo migliore di Napoli non c’era. Per questo motivo decisi di radunare un gran numero di partenopei in piazza del Plebiscito.
Lo scopo? Trasformare l’emiciclo in un vasto green. L’idea provocatoria fu rilanciata sulla scorta di un mio precedente filmato diffuso su youtube in cui giocavo a golf: impugnavo il ferro, colpivo la pallina e la spedivo in una delle voragini delle strade cittadine, su ognuna delle quali era piazzata una bandierina; il “campo”, naturalmente, era la carreggiata.
La pubblicità virale dell’evento fu lanciata con due messaggi partiti da più account di facebook. Invitavo tutti a partecipare a questa surreale partita di golf in una delle più belle piazze di Napoli. I messaggi raggiunsero più di 10.000 persone e la risposta in rete fu eccezionale suscitando molta curiosità. Ricevetti perfino richieste di esportare l’iniziativa in altre città. Questa era una denuncia sotto forma di provocazione. Si giocava, non per divertirsi ma per ricordare e denunciare, con molto entusiasmo, molta curiosità e la sensazione di partecipare ad una provocazione, nel solco della street art. Io e alcuni collaboratori montammo, al centro della monumentale Piazza del Plebiscito, un quadrato con bandierine e start.
Alcune ragazze distribuivano volantini con la spiegazione della performance-denuncia, mentre alcuni ragazzi invece cominciarono a invitare i passanti a tirare con il ferro le palline nella piazza. Giocarono adulti, bambini e anziani mentre io videoriprendevo tutto. L’atmosfera era allegra e divertente, tutti erano d’ accordo sulla giusta motivazione di questa inusuale performance. E prima di andare via dissi a molti giocatori improvvisati: “Sono sicuro che gli automobilisti, ad ogni buca si ricorderanno della mia provocazione”.
Della mia performance se ne parla ancora…ma comunque resterà la mia denuncia di un degrado senza precedenti. Gli incidenti, le auto e le moto distrutte, le vittime, causate dalle buche stradali, l’immagine complessiva di una città “groviera”, rendono Napoli impraticabile per chi ci vive e per chi vorrebbe visitarla. Una provocazione ironica la mia che forse servirà a far pensare. L’ironia arriva prima e non è violenta…ai posteri l’ardua sentenza”.