Intervista a Mauro Zanetti

Ecco le sue risposte alle nostre domande:

Da quello che mi viene detto dai lettori durante le presentazioni e tramite messaggi, ho percepito un interesse soprattutto verso il mio stile votato alla ricerca di introspezione psicologica dei protagonisti. I miei non sono gialli classici ma piuttosto dei noir dove è fondamentale la riflessione sul rapporto tra bene e male con le conseguenti interconnessioni, inoltre piace il mio stile di scrittura semplice che non viene appesantito dalla ricerca forzata di un linguaggio inutilmente forbito, soprattutto quando non è funzionale allo sviluppo della trama.

Le due attività sono legate a doppio filo. Da un lato insegnare italiano e storia per molti anni mi ha aiutato ad approfondire tematiche e stili che poi utilizzo nei romanzi, in secondo luogo stare in aula a contatto coi ragazzi mi ha permesso di sviluppare spirito di osservazione e attenzione ai dettagli che reputo fondamentali per uno scrittore.

Più di quanto potessi immaginare. In un mondo in cui internet e i social media sono diventati preminenti, è utilissimo dialogare coi propri lettori per far conoscere non solo le proprie opere ma anche la propria personalità, gusti e interessi. Per lo stesso motivo, ancor più amplificato, sono necessari incontri in presenza e dal vivo come le presentazioni e i firmacopie. Mi piace pensare che le persone che leggono i miei romanzi apprezzino anche il Mauro persona oltre che lo scrittore.

I fili del mondo non è propriamente un thriller storico ma più che altro uno storico con venature di intrigo e mistero. Di conseguenza si differenzia dai lavori precedenti sia per la collocazione temporale (il 1600 anziché la contemporaneità) che per il genere letterario. Non c'è dubbio che la commistione dei due generi è molto affascinante e non escludo di scrivere in futuro un vero e proprio thriller storico, tipologia narrativa che mi affascina e che leggo volentieri.