Premio speciale per la potenza evocativa del dettato poetico a “Confluenze” di Giuseppe Sedia
L’originale testo di Giuseppe Sedia si propone come un inno alla pacificazione, un’invocazione, delicata e accorata insieme, all’acqua purificatrice
“di una nuova arteria / tra il Volga e il Nipro/ dove scorra acqua dolce”, affinché faccia sparire gli strumenti di guerra – “Inabissa i carri armati/ duri e corazzati come carpe/ nelle tue sabbie mobili”.
L’autore sembra rivolgere un invito anche ai poeti: “Le armi non ancora deposte,/ mettiamo da parte la lira”, con ciò intendendo che è tempo di impegno e di cura, di riflessione e costruzione.
Particolarmente pregnante l’invito rivolto alla “confluenza”: “Vai, invadi e fai nascere/ l’esigenza di costruire ponti [...] fai sprofondare le asce/ di chi ha battagliato”,
un invito che può essere esteso a chiunque abbia a cuore il destino di “chi, strappato via/ come erba quasi secca/ alla propria comunità,/ non sa più dove tornare.”
Per aver proposto questo esempio di poesia civile alieno dal ricorso a strumenti retorici abusati, la Giuria della sezione Poesia della Decima edizione del concorso “Inchiostro e Memoria” assegna a Giuseppe Sedia il Premio speciale per la potenza evocativa del dettato poetico.
Giuseppe Sedia è un giornalista italiano residente a Cracovia. Ha studiato Lingue e letterature straniere presso l’Università di Napoli L'”Orientale”. Da dieci anni scrive di attualità, politica e cultura sulla Polonia per il Manifesto. Nel 2021 ha ottenuto il Premio Adam Mickiewicz per il componimento Planty. È anche membro della FIPRESCI, la Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici.
