Eduardo Losada in arte Cabruja, nasce a Caracas in Venezuela, si laurea in biologia nel 2006, dopodiché si trasferisce a Genova dove prenderà un dottorato in Microbiologia Molecolare. Nel novembre del 2021, ascoltiamo il suo primo album da solista, mentre nella vita di tutti i giorni lo vediamo professore alle prese con degli alunni e bravissimo cantante.
Cosa ha dato l’input per questo genere musicale, per la sua vocalità e per il suo stile?
Credo, che sia un misto tra il mio modo di essere melanconico e il mio io. Lo stile, è molto personale, basato su cover che sono già uscite, di musiche che mi hanno accompagnato nella mia vita e allo stesso tempo, grazie a Giancarlo Di Maria bravissimo, che è colui che ha saputo tradurre i miei input, facendo emergere in modo molto sensoriale la mia arte.
Nella vita di Cabruja, poliedrico artista, come concilia vita professionale e musicale?
Soprattutto, la mia vita professionale, mi ha sicuramente aiutato nella veste della mia passione canora, grazie al supporto dei miei colleghi, e della mia Preside, che mi ha aiutato condendomi degli spazi per la musica. I colleghi, che mi hanno supportato con le sostituzioni quando dovevo provare, quando vi è stato il concerto a Genova, sembrava un collegio docenti, c’erano i colleghi, studenti uno spettacolo nello spettacolo.
Se dovesse fare un discorso introspettivo della sua musica come la definirebbe?
Profonda malinconia: un canto non triste, ma come diciamo in Venezuela: “la processione si porta dentro”, la mia dimensione musicale è melanconica, un po' cupa, da scoprire…
Le tematiche che tocca con le sue canzoni su cosa sono improntate e cosa vuole lasciare come messaggio canoro a chi l’ascolta?
Se non avessi dato il titolo al disco Cabruja, l’avrei battezzato “Altrove”, per un motivo semplice, la dimensione d’un viaggio. Poiché, nella mia vita i viaggi fisici sono stati sempre predominanti, come l’attraversare il continente dal Venezuela, per arrivare a Genova, città, che sento m’appartiene. Della crescita formativa dall’infanzia alla giovinezza, dell’amore e dell’essere pazzi d’amore. Il viaggio in me è sempre presente, viaggi introspettivi, che trasportano l’anima. Vorrei, che il pubblico capisse che ho voglia di dire qualcosa, dal mio io interiore.
Siamo in piena estate e la movida e le serate musicali si ampliano in un palcoscenico ricco di eventi, possiamo avere qualche nuova su ciò che sarà il suo percorso canoro estivo?
Sono stato in un live a Modena, e il giorno prima siamo stati a Cento. Sarà sicuramente un ritorno in settembre, con nuovi live e sorprese musicali.
Il tuo pseudonimo, da dove deriva?
Deriva dal mio secondo cognome, dove sul significato vi son delle storie… In teoria un significato divertente, dalla mia famiglia catalana e vuol dire “Cacciatori di streghe”, una famiglia un po' maledetta con ste streghe… O se vogliamo fortunata vista la mia passione.
Ufficio Stampa MP di Salvo De Vita.Fonte notizia
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