Il prossimo 15 luglio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “La risposta arrogante del Presidente del Consiglio Colombo alla domanda di giustizia di Reggio” che vedrà la presenza, in qualità di gradito ospite dell’onorevole Fortunato Aloi. I moti di Reggio Calabria sono stati oggetto di duro confronto nelle aule istituzionali, comprese quelle di Palazzo Montecitorio, come si evince nella parte conclusiva dell’intervento da parte del Premier del periodo. In quella occasione, era il 12 febbraio del 1971, Emilio Colombo rivolgendosi ai reggini, si augura che questa popolazione possa […] imboccare la via della pacificazione, ma che ove avesse voluto malauguratamente perversare in questo atteggiamento di rivolta, in questo caso la forza sarebbe una decisione dolorosa e amara […]. Il Presidente del Consiglio Emilio Colombo, parlando alla televisione, annuncia le decisioni prese per la Calabria: Catanzaro sarà capoluogo e sede della Giunta, Reggio sarà sede del Consiglio regionale. La creazione del "quinto centro siderurgico dell'Iri, che assicurerà un'occupazione prevista di settemilacinquecento lavoratori", aggiunge Colombo. Con il termine "Pacchetto Colombo" si intendono una serie di provvedimenti di carattere programmatico-industriale varati dal Governo Colombo agli inizi degli anni '70. Tali provvedimenti si orientarono prevalentemente alla creazione e all'ampliamento di vari siti industriali sia in Calabria che in Sicilia. Nonostante l'ingente impegno economico, le ricadute sia industriali che occupazionali del "pacchetto" furono al di sotto delle aspettative: uno dei casi più emblematici fu l'impianto Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, il quale fu chiuso a pochi mesi dalla sua inaugurazione a causa della pericolosità dei mangimi prodotti. I Moti di Reggio hanno creato un solco profondo nel territorio regionale ed il famoso “pacchetto” Colombo, di cui il pezzo più consistente era il Centro siderurgico di Gioia Tauro che, da solo, avrebbe dovuto dare occupazione a 7.500 operai, si è disciolse come neve al sole.Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 15 luglio.
Fonte notizia
www.circoloculturalelagora.it RC-1970.htm