Dormire in hotel in una città che non è la propria e poi effettuare il check out la mattina dopo o restare fuori per tutto il giorno e ritornare nella propria stanza solo di sera. Ne è passata di acqua sotto i ponti dell’hotellerie da quando gli alberghi venivano utilizzati solo per questo scopo. Cambiavano il numero delle stelle e il design, ma l’uso che se ne faceva, fino a qualche anno, fa era sempre lo stesso. Insomma, il potenziale degli hotel sembrava destinato a rimanere inespresso, basti pensare che nel mondo restano invendute 2 miliardi e mezzo di camere d’albergo e 150 miliardi di dollari di servizi. Con la sharing economy prima e a causa della pandemia dopo, le cose sono rapidamente cambiate e oggi la notizia è che prenotare una stanza per la notte è solo l’ultima delle cose che si possono fare in hotel.
Una lista inedita dei nuovi utilizzi degli alberghi arriva da Daybreakhotels (www.daybreakhotels.com), la startup che ha fatto degli usi alternativi degli alberghi il proprio cavallo di battaglia, consentendo alle strutture affiliate (più di 3mila in tutta Italia) di vendere le camere ma soprattutto i servizi (ristoranti, piscine, spa, palestre ecc.) di giorno e a prezzi ridotti.
Elogio del pisolino. Chi l’ha detto che in hotel si può dormire solo di notte? Usare le stanze degli hotel della città in cui si vive per schiacciare un pisolino assolutamente soli e nel silenzio più totale è una delle cose che sicuramente non sapevi di poter fare in una stanza d’albergo, pagando solo qualche ora durante il giorno. E allora pensate che bello, ad esempio, recuperare così un hangover, ma anche gli effetti del cambio dell’ora, o gli imprevisti che tagliano drasticamente le ore di sonno notturne. Stanze di giorno per schiacciare un pisolino e poi magari pranzo in camera in massima sicurezza, oppure un brunch per ricaricarsi e ripartire di slancio.
Prendersi tempo per sé. Mettere tutto in pausa senza andare lontano. Palestra, piscina e spa sono i servizi che, per pigrizia o frenesia, sono sempre difficili da godere in hotel. Con DayBreakHotels la mini-vacanza assume una dimensione cittadina e facile da realizzare. “Questa è una delle idee chiave: una piccola pausa nella propria città, permettendo così agli stessi residenti di essere turisti per qualche ora nel luogo in cui si vive, rilassandosi senza dover necessariamente andare lontano” spiega Simon Botto, ceo di DayBreakHotels.
Smart working, ma non solo. Gli hotel si trasformano anche in luoghi di lavoro sia che ci si trovi nella propria città sia che invece si sia in trasferta. Avete mai pensato a un albergo come a un ufficio diffuso? Stanze per cambiarsi, lavorare con una wi fi, ma anche sale meeting dove incontrare colleghi e fare riunioni. Con bar, piscine e palestre sempre a disposizione per una pausa di relax tra un impegno e l’altro. “L’hotel come luogo per fare smart working è stata un’idea che è letteralmente esplosa dopo la prima fase della pandemia: c’era l’esigenza di trovare posti sicuri e adatti a lavorare e noi abbiamo pensato di trasformare le stanze degli hotel affiliati a DayBreakHotels, rendendole a prova di lavoro agile: ampie scrivanie, wi-fi, sedie comode. Un’intuizione giusta perché oggi, a quasi due anni di distanza dal lancio del servizio avvenuto a luglio 2020, la crescita è del +30% mese”.