Dal 2018 la mia passione si è consolidata nel calcio
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Lo sport è un’opportunità per conoscere se stesso, conoscere l’altro, conoscere regole, apprendere dall’esperienza. A volte non basta praticare sport ma si vuol anche cambiare ruolo come per esempio diventare allenatore, dirigente, arbitro.
Di seguito Mattia racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentito campione nello sport? “Mi sono sentito campione nello sport all'esordio in ogni nuova categoria, dai giovanissimi provinciali alla prima categoria (attuale categoria di appartenenza). L'esperienza più soddisfacente è stata arbitrare la finale di giovanissimi provinciali nel 2019, dopo solo 1 anno di arbitraggio effettivo, la partita più bella invece è stata arbitrare uno scontro diretto per la qualificazione ai play-off di Prima Categoria con sugli spalti circa 1500 spettatori”.
Arbitrare una partita prendendo decisioni importanti richiede grandi capacità di osservazione, fermezza, autorevolezza, con tanta gente che guarda seduta comoda dietro gli spalti pronta a giudicare nel caso le decisioni arbitrali non vengano condivise.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? “Mi è sempre piaciuto lo sport sin da bambino. Ho praticato nuoto per 3 anni, calcio per 7 anni e muay thai per 1 anno. Dal 2018 la mia passione si è consolidata nel calcio, successivamente al conseguimento della tessera federale per l'AIA”.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei familiari e amici condividono la mia passione e sono soddisfatti dei miei risultati”.
Che significa per te praticare attività fisica? “Praticare attività fisica significa sentirsi bene, avere delle soddisfazioni e staccare la spina dalla routine quotidiana”.
Praticare sport significa occuparsi di se stessi, svagarsi, mettersi in gioco, avere una passione e motivazione per potersi impegnare costantemente in allenamento e gara.
A cosa devi prestare attenzione nella pratica del tuo sport? “La mia persona all'interno del campo di gioco è autorevole, ferma sulle proprie decisioni, convincente ed eloquente. Bisogna stare attenti a non risultare volgari e autoritari, affinché il ruolo del direttore di gara rimanga sempre rispettato nella gara da effettuare e nelle successive”.
L’arbitro deve possedere caratteristiche di elevata consapevolezza, fermezza, autorevolezza, deve saper osservare e notare se stesso, gli atleti, le dinamiche tra di loro, lo spazio, l’ambiente, il contesto, anche il pubblico.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? “L'evento sportivo in cui mi sono emozionato di più è stato quello in cui erano presenti più spettatori allo stadio, il clima, la pressione e la passione per il calcio sono state il mix perfetto di emozioni”.
Essere in campo e giudicare circa 22 giocatori che si battono tra di loro procura una forte responsabilità, apprensione, tensione, ma anche tanta voglia di far bene, farsi rispettare, mettere in chiaro le regole del gioco.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID? “Non ho mai avuto momenti critici nella mia carriera, mai un voto basso o un infortunio grave, per questo posso ritenermi fortunato del mio iter”.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Praticando sport ora mi sento un uomo sicuro delle sue decisioni, pronto ad affrontare qualsiasi situazione e prendere delle decisioni importanti anche in un frangente di tempo molto ristretto. Mi sento un uomo responsabile, autorevole e maturo sotto tutti gli aspetti”.
Fare bene significa aver studiato e essersi impegnato con passione, costanza, determinazione e ciò procura fiducia e resilienza nello sport e nella vita.
Hai un riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “I miei modelli all'interno del mondo dell'arbitraggio sono tanti, a partire dalla mia sezione dove un esempio per i giovani e per me in particolare era l'arbitro Daniele De Santis, deceduto nello scorso settembre. Tutti coloro che mi sono stati vicini nel corso della mia carriera e che mi hanno dato dei consigli per crescere sono dei modelli da seguire per me”.
È importante riferirsi a qualcuno, partire da modelli di riferimento di persone che hanno fatto bene il proprio lavoro e continuare a far bene credendoci e apprendendo sempre sia dall’esperienza che da eventuali corsi di aggiornamento.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “Il motto della sezione di Lecce, la mia sezione, è ‘il meglio deve ancora venire’".
È importante credere di poter far sempre meglio e che la vita continua con nuovi progetti, mete, obiettivi da portare a termine e sogni da trasformare in realtà
Prossimi obiettivi e sogni realizzati e da realizzare? “Il sogno è arrivare in serie A, però per ogni sogno ci sono degli step intermediari e dei tempi da seguire, per questo il mio prossimo obbiettivo sarà la Promozione, successivamente l'Eccellenza e così via, fino alla massima serie”.
La vita è fatta di step, esami, passaggi, percorsi per arrivare dove vogliamo nel miglior modo possibile per assaporare gioie e soddisfazione dopo momenti e periodi anche di fatica che viene considerata amica e necessaria.
Quanto credi in te stesso? “Credo molto in me stesso, è la forza maggiore che mi fa andare avanti senza grossi problemi”.
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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Fonte notizia
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