Comunicato N°6/2021:
= Festa di Santa Margherita al Castello di Prampero di magnano in Riviera (UD) =
Carissimi Soci, amici e simpatizzanti, Domenica 18 luglio 2021, i nostri Soci i Conti Marisanta e Pietro Enrico di Prampero festeggiano Santa Margherita e come ogni anno, c’invitano alla Santa Messa che si celebrerà nella Chiesa dedicata alla Santa, posta sotto l’omonimo Castello a Magnano in Riviera (UD). Spero vi faccia piacere, v’invio per vostra informazione, la storia e l’invito a partecipare. Vi aspetto numerosi.
F.to Comm. Gaetano Casella.
Castello di Prampero – Via Castello, Magnano in Riviera (UD)
Fondato nel 1025, distrutto dal sisma del 1976, ora in parte ricostruito.
Domenica 18 luglio 2021 alle ore 11:00 don Enzo Cudiz, in occasione della tradizionale festa della Santa Patrona, nel pieno rispetto delle norme per il contenimento della pandemia celebrerà la Santa Messa domenicale della Parrocchia di Magnano in Riviera nella Cappella di S. Margherita di Prampero sottostante il Castello e restaurata dopo gli eventi sismici del 1976 a cura della Soprintendenza ai Beni Archeologici, Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici del Friuli Venezia Giulia, riaperta al culto nel 1993 da S.E. l’Arcivescovo Mons. Pietro Brollo, e luogo di devozione locale.
L’importanza storico religiosa dell’evento, sotto il patrocinio dell’Associazione Dimore Storiche Italiane – sezione del Friuli Venezia Giulia e del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, ci induce a parteciparlo alla Signoria Vostra, con deferenti ossequi. F.to Pietro Enrico e Marisanta di Prampero
Chiesa di Santa Margherita di Prampero
TITOLO: Cappella di Santa Margherita di Prampero DATAZIONE: 1409
CELEBRAZIONI SANTE MESSE E PARROCCHIA DI RIFERIMENTO: Per recenti accordi del proprietario Pietro Enrico di Prampero con la Forania di Tarcento e con la dipendente Parrocchia di Santo Spirito di Magnano in Riviera, la terza domenica di luglio la
Santa Messa parrocchiale viene celebrata nella Cappella di Santa Margherita di Prampero posta su di un pianoro alla base del colle su cui si erge l’omonimo Castello.
DESCRIZIONE: La Cappella si raggiunge da Magnano in Riviera verso Tarcento percorrendo la via Prampero e al bivio sotto il colle salendo a Est sulla via Castello verso Billerio. Dopo pochi metri sulla destra alcuni gradini portano alla Cappella: è l’accesso pedonale che conduce al sagrato. Se invece sulla stessa strada si procede ancora per un centinaio di metri, sempre a destra si trova girando ancora a destra una via campestre percorribile anche in auto, dalla quale si raggiunge egualmente il sagrato. Questa è la strada recente che è stata tracciata dal via vai di mezzi necessari all’impresa per la ricostruzione della Cappella effettuata dallo Stato dopo l’ultimo crollo dovuto ai terremoti del 1976, mentre l’antica strada che la congiungeva al maniero è solo ora in via di ripristino mediante il taglio della ricca vegetazione che l’ha offuscata. La Cappella, vincolata dallo Stato, risale all’epoca patriarcale quando Simone di Prampero all’apice di una brillante carriera civile, militare e politica scelse di far costruire al figlio Giacomo Giusto un edificio sacro sotto il Castello avito, che rispecchiasse i suoi successi e la sua gratitudine alla Santa Margherita di Antiochia protettrice delle partorienti, dacché vedovo della prima moglie, doveva la sua paternità al secondo matrimonio con Endrigina Valentinis. Nonostante i plurimi terremoti che colpirono la zona, la costruzione mantiene le caratteristiche architettoniche originali quali l’ampiezza del vano, l’abside a crociera, il campaniletto a vela (restaurato anche nel 1808), i contorni della porta principale e delle finestre. Un quadro della Santa, alcuni paramenti, alcuni lini, un calice e quattro candelabri di ottone sono i pochi arredi sacri salvati ora prudenzialmente conservati altrove, assieme ai due candelabri e alla croce a colonna, recente dono dell’AIRH, e a un tabellone portante i quadri della Via Crucis donati dal marchese Federico Tacoli di San Possidonio e provenienti dalla Cappella della Villa Dionisi di Cà del Lago (VR), mentre l’altare, provvisorio, è un altare mobile d’ispirazione trecentesca. Il quadro della Madonna con Bambino, la Santa Titolare e San Francesco è stato salvato dopo il terremoto del 1976 dal Centro di Catalogazione e Restauro di Villa Manin di Passariano. Il dipinto, restaurato da Gian Paolo Rampini, secondo gli studi effettuati dalla dott. Anna Letizia Fantechi non è la pala d’altare commissionata nel 1792 dal canonico Giacomo di Prampero al nobile Giobatta de Rubeis pittore, di cui nell’archivio famigliare di Prampero è registrata la spesa. Pertanto il quadro del de Rubeis, raffigurante la Santa Titolare in carcere in lotta contro il drago, scampò sì egualmente al terremoto, ma scomparve in uno dei furti perpetrati a Villa di Prampero di Tavagnacco alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Due sono i cartolari dell’Archivio Famigliare di Prampero con documenti dal 1380 al 1895 riferiti alla Cappella, che fu di giuspatronato della famiglia con obblighi di manutenzione e di culto fino all’abolizione dei diritti feudali avvenuta con l’Unità d’Italia. Bibliografia specifica non esiste, trovandosi la Cappella peraltro citata in numerosi testi sul Castello di Prampero, ad esempio in Castelli del Friuli, 1 – 1976, di Tito Miotti.
NOTIZIE SULLA SANTA MARGHERITA DI ANTIOCHIA
L’agiografia della Santa è più leggendaria che storica. Così è alla voce del Lessico Universale Italiano: “Vergine e martire, fu forse vittima della persecuzione di Diocleziano… etc. Molto venerata sin dall’antichità presso i Greci, nel Medioevo fu fra i 14 santi ausiliatori
dell’Occidente cristiano, invocata soprattutto dalle partorienti”. Ne parla anche Jacopo da Varagine (1228-1298) nella sua Leggenda Aurea. L’iconografia la rappresenta con un drago, rifacendosi al racconto che fu martirizzata per aver preferito essere la sposa di Cristo piuttosto che cedere alle lusinghe del prefetto romano Olibrio, che pertanto la mise in carcere, dove ella sconfisse il diavolo comparsole sotto forma di drago, uscendogli dal ventre. Condannata da Olibrio alla decapitazione, prima dell’esecuzione Margherita nella preghiera d’intercessione a Dio che l’aveva salvata dalla lussuria e dalla concupiscenza chiese di esaudire nei desideri colui che avesse fatto edificare un edificio sacro a lei dedicato.
(Edita dal Comm. Gaetano Casella)