Arturo Ardimentoso: Recensire un iPhone non è mai facile perchè Apple non è un'azienda come tutte le altre. Ha una filosofia ben precisa, che traspare in tutti i suoi prodotti e che ci costringe spesso a giudicare scelte molto azzardate, quasi controverse. Il rischio di banalizzare e cadere nella critica fine a se stessa è sempre molto alto e quindi occorre più che mai riflettere, mettersi nei panni di chi ha pensato e progettato questo smartphone e cercare di capire, con occhio critico sì, ma senza fette di salame.
Ho tra le mani da qualche giorno il nuovo iPhone 12 e sono sinceramente contento di averlo provato perché, a conti fatti, è secondo me il modello più sensato tra i due attualmente disponibili, ovvero 12 e 12 Pro. Il discorso dovrà essere probabilmente rivisto quando saranno effettivamente disponibili il Pro Max e il curiosissimo Mini ma per il momento non ho grandi dubbi, se volete un iPhone per svecchiare il vostro melafonino prendetevi questo. Punto.
Ma da dove viene tutta la sicurezza nel dirvi quanto appena scritto? I motivi per cui vi ho dato questa indicazione così netta e precisa sono tanti e comincio a raccontarveli a partire dall'aspetto estetico e dall'ergonomia. Non lo faccio per seguire un canovaccio predefinito ma semplicemente perché è il primo giudizio che possiamo dare aprendo la scatola ed è quindi così che vi voglio raccontare lo smartphone, per come l'ho scoperto io.
Il minimalismo della nuova confezione lo abbiamo già trattato e la mancanza dell'alimentatore è un argomento tanto spinoso da averci dedicato un approfondimento. Non mi dilungo qui in altre considerazioni ma vi invito caldamente ad andare a leggere il nostro articolo, se ancora non lo avete fatto. Quello che ho apprezzato è però il fatto che questa "nuova" linea verde è supportata anche dall'assenza della classica pellicola in plastica che avvolgeva gli iPhone fino a un mese fa, dalla presenza di un solo adesivo e da una sensibile riduzione delle dimensioni del classico "libretto di istruzioni". Ca****e direte voi: io invece la chiamo coerenza.
Tolto il sottile film di carta che ricopre il display possiamo quindi accendere il nostro iPhone, non senza averlo però prima impugnato e aver realizzato che il nuovo design non è solo bello esteticamente (imho) ma rende la presa decisamente più salda. Lo spigolo vivo offre molto più grip del bordo stondato dei prodotti dello scorso anno e se messo a fianco di iPhone 11 sembra indossare uno smoking contro tuta e sneaker del modello precedente. Parlo ovviamente di un giudizio soggettivo, già solo all'interno della redazione c'è chi è pronto ad affermare il contrario.
Quello che non si discute e che si nota immediatamente è l'ottimizzazione di spazio e dimensioni. Per prepararmi a questa recensione ho ripreso in mano da un mesetto iPhone 11 e il passaggio al nuovo migliora notevolmente tutti questi aspetti. Lo spessore e l'altezza sono inferiori, così come il peso, che è inferiore anche rispetto al modello Pro nonostante il resto delle misure coincidano. Merito della cornice in alluminio contro quella in acciaio della versione più costosa.
A fronte di queste differenze non viene meno la sensazione di solidità e soprattutto resta invariata l'estrema cura messa da Apple nell'assemblaggio di un prodotto che è da tempo un'icona di design.
Il vetro frontale è stato poi rinforzato con un sottilissimo strato di materiale ceramico che dovrebbe garantire una migliore resistenza a graffi e rotture oltre che una maggiore scorrevolezza delle dita. Sono dettagli ma da un prodotto che costa quasi 1.000 euro è esattamente questo che mi aspetto. Come mi aspetto l'impermeabilità, che resta e anzi triplica la profondità alla quale lo smartphone può resistere per i canonici 30 minuti. Si passa quindi dai due metri di iPhone 11 ai sei del 12.
Rimane anche, purtroppo, il connettore Lightning, una scelta che non condivido ma che comprendo: basta indossare gli occhiali aziendali. Niente Lightning, niente tassa su centinaia e centinaia di accessori e molti meno soldini in cassa. Apple non lascia quindi, anzi raddoppia e introduce un nuovo standard, il Mag Safe. Un nome che suona di già visto e che ripropone i magneti come sistema di aggancio della basetta di ricarica, in questo caso wireless, allo smartphone. Al prossimo anno quindi per la Type-C? Vi propongo una soluzione alternativa: zero connettori e più magneti per tutti.