Questa decisione è un passo avanti verso una maggiore chiarezza circa il destino delle Botteghe Storiche milanesi. Il caso della Gioielleria Cielo, situata sotto i portici settentrionali della Galleria Vittorio Emanuele II da oltre trent’anni, è emblematico di una situazione confusa che lascia ai milanesi molti dubbi sul futuro del Salotto di Milano.
La vicenda è cominciata con l’adozione da parte del Comune della deliberazione di Giunta n. 1246 del 26 luglio 2019, che ha stabilito i nuovi requisiti che gli esercenti devono possedere per ottenere la concessione senza gara relativamente agli immobili di proprietà comunale in Galleria. Fra i requisiti richiesti vi è anche la presenza in Galleria da almeno 50 anni con la stessa merceologia. Pochi giorni dopo la Regione Lombardia ha adottato la D.g.r. del 31 luglio 2019 n. XI/2043 con la quale si è espressa, fra l’altro, a favore del rinnovo delle concessioni relative a immobili di proprietà comunale senza gara per gli esercizi storici.
Successivamente il Comune di Milano (delibera n. 815/17 luglio 2020) ha riconosciuto il rinnovo della concessione a nove esercizi commerciali della Galleria su un totale di ventidue aventi scadenza nel 2020. Cielo S.p.A. si è vista negare il rinnovo nonostante l’esercizio, nel quale la società svolge la propria attività, sia una gioielleria esistente in Piazza Duomo fin dall’inizio del ‘900. Inoltre la famiglia Cielo, che nel 1988 ha rilevato il predetto esercizio, vanta oltre cento anni di storia nel settore. L’esercizio in questione merita dunque di essere preservato in quanto storico sotto un duplice profilo: perché si tratta di una gioielleria esistente da oltre un secolo nel complesso monumentale della Galleria e perché condotto dalla famiglia Cielo che ha una indiscussa storia di oltre cent’anni nel campo della gioielleria, orologeria e oreficeria.
Quando il Comune afferma che “L’interesse privato non va tutelato a danno del bene pubblico” dimentica che si è impegnato, sempre con la delibera n. 1246/2019, ad applicare le indicazioni espresse dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 5157/2018 nella quale si evidenzia la necessità della “tutela della tradizione storico-culturale della città, la quale si realizza anche attraverso la salvaguardia e conservazione dei cosiddetti locali storici, ovvero di quegli esercizi commerciali che, oltre a qualificare spesso in modo determinante il tessuto urbano del centro cittadino, costituiscono un importante elemento di memoria e connotazione storica e una preziosa testimonianza di tradizione e cultura.” In questo caso sembra non ci sia alcun conflitto visto che la sentenza sopracitata evidenzia come l’interesse pubblico coincida proprio con quello della tutela delle attività storiche.
Alla base della decisione del T.A.R. Lombardia di sospendere in via cautelare il provvedimento che negava a Cielo il rinnovo della concessione vi è la convinzione che il Comune sia incorso in gravi errori non avendo consentito un effettivo contraddittorio e non avendo esaminato correttamente la documentazione presentata da Cielo S.p.A.
Non è stata in particolare ritenuta condivisibile la rigida interpretazione assunta dal Comune con riferimento al requisito dello svolgimento della medesima attività nella stessa unità immobiliare per almeno cinquanta anni, considerandola non “coerente e proporzionata a fronte della complessità degli interessi sottesi alla valorizzazione e gestione degli immobili della Galleria.”. Il T.A.R. deciderà definitivamente sulla sorte della Gioelleria Cielo all’udienza del 14 aprile 2021.
Resta una domanda: come sarà domani Piazza Duomo? Esisteranno ancora quelle attività che i milanesi considerano da decenni parte integrante del valore storico del Salotto di Milano o i cittadini e i turisti che vengono a fare shopping da tutto il mondo troveranno una Galleria trasformata in duty free di un qualsiasi aeroporto internazionale? Certamente i tempi cambiano ma sicuramente è ancora possibile evitare che i milanesi debbano costruirsi una città immaginaria per dare una casa ai loro ricordi.