Nel poema satirico Atta Troll. Ein Sommernachtstraum (1847) Heinrich Heine si affida alla poesia per rispondere provocatoriamente agli pseudopoeti e pseudorivoluzionari del movimento Junges Deutschland che soccomberà nei moti del 1848. Nel paesaggio scabro, roccioso e romanticamente incantato dei Pirenei, in cui si proiettano tensioni ideologiche e religiose, fermenti politici e tendenze letterarie in Germania e in Francia dalla Restaurazione agli anni Quaranta, l’orso Atta Troll è la grancassa farneticante dei vizi individuali borghesi e dei disvalori del moralismo, nazionalismo, conformismo e antisemitismo. La dimensione satirica del poema, corrosiva e fantasiosa, più che conciliarsi con la sostanza lirica, ne viene assorbita. La poesia non ripiega su se stessa ma rappresentando la realtà con i suoi strumenti esprime la coscienza civile e infelice del poeta che si apre al mondo in una comunicazione rivolta al futuro.
Heinrich Heine, Atta Troll. Sogno d’una notte d’estate
«Ah, è forse l’ultimo libero / silvestre canto romantico! / Nell’infocato frastuono / d’oggi misero si spegnerà». Nell’epilogo del poemetto satirico Atta Troll. Sogno d’una notte d’estate (1847) Heinrich Heine, rivendicando in apparenza un’intatta eredità romantica, ne dissacra e smantella in realtà la costruzione con una corrosiva carica parodistica. L’impiego di moduli romantici, il ricorso alla fiaba simbolico-allegorica dell’orso parlante, la tessitura di una rete onirica sono la cornice entro la quale il poeta esercita la sua incisiva azione politica. La novità e il principio di modernità si situano nell’uso ormai strumentale di superati canoni poetologici, declinati tramite le mediazioni del linguaggio letterario e il filtraggio stilistico con cui in Atta Troll si rappresenta un fantasioso viaggio simbolico, emblematico della convivenza dell’artista con la sua coscienza civile.
Fabrizio Cambi, germanista e traduttore, ha insegnato letteratura tedesca nelle Università di Pisa, Firenze e Trento. Su Heinrich Heine ha pubblicato numerosi studi e ha curato l’edizione Idee. Il libro Le Grand. Memorie (Giunti, 1996).