Il decreto Rilancio – di cui si attende la conversione in legge e i seguenti decreti attuatiti - con il Superbonus del 110 per centopotrebbe dare la possibilità a milioni di italiani di riqualificare l'abitazione, facendo lavori senza anticipare un euro.
La premessa è quella di riqualificare di due classi energetiche, o almeno di saltare alla classe superiore, da attestare tramite l'Ape, l'attestato di prestazione energetica. Un incentivo che potrebbe dare un impulso al recupero e al miglioramento del patrimonio edilizio nazionale, che è un po' un colabrodo. «In Italia, le case costruite dopo la Seconda Guerra Mondiale sono scarsamente isolate, realizzate per la maggior parte in laterocemento, che è un materiale molto disperdente», spiega Marco Imperadori, professore di produzione edilizia al Politecnico di Milano. «Le nostre abitazioni mediamente sono energivore, consumano circa 250-300 kWh per metro quadrato all'anno, quando un edificio ad alta efficienza di solito ha un consumo almeno dieci volte inferiore».
Tra i lavori detraibili citati nel decreto, ci sono delle voci principali, come il cappotto termico, cioè l'isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali, e la sostituzione del vecchio impianto di climatizzazione invernale con sistemi più efficienti per il riscaldamento, raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, interventi che trainano una serie di migliorie secondarie, come cambiare le finestre, installare le schermature solari e i pannelli fotovoltaici.
È importante migliorare le prestazioni architettoniche ed energetiche ma senza tralasciare l'aspetto estetico, come continua il professor Imperadori: «Vitruvio, architetto all'epoca di Cesare e di Augusto, diceva che ogni architettura doveva rispondere a tre canoni: firmitas, la capacità di resistere, utilitas, cioè il funzionamento, e venustas, la bellezza. Io dico che un'architettura sostenibile dal punto di vista energetico non può essere esteticamente insostenibile».
Materiali e soluzioni di ultima generazione ci vengono in aiuto per rinnovare casa pensando anche al look, a partire dall'involucro: «Isolare la casa per non far fuoriuscire il calore d'inverno, per non far entrare il caldo d'estate (garantendo quindi anche lo sfasamento termico delle pareti, ovvero il ritardo del trasferimento dell’onda termica, dall’esterno all’interno, che è bene tenere dalle 10-12 ore in su). Il sistema più efficace è isolare la casa dall'esterno, con un cappotto termico con pannelli isolanti, che possono essere in materiali naturali o sintetici». Ma attenzione: «C'è da considerare che il cappotto termico ha uno spessore che va dai sei centimetri in su, quindi, se messo all’esterno, per non diminuire l'ingombro del contorno finestra, spesso si riduce il materiale isolante in queste zone critiche ma si creano dei ponti termici. Sarebbe più opportuno un intervento integrato e sinergico, fare il cappotto termico e cambiare anche il serramento, e affidarsi a buoni tecnici e imprese per valutare di volta in volta i progetti». Se invece si fa il cappotto interno, considerare che lo spessore degli strati isolanti potrebbe rubare dello spazio in pianta, sempre circa di sei-sette centimetri.
Se si vogliono e si possono eseguire lavori più invasivi e costosi, «consiglio di fare dei progetti integrati e di combinare sistemi diversi. Non si può solo intervenire sull'involucro, ma si deve dotare l'edificio di un ottimo impianto, efficiente e che sfrutti il più possibile fonti rinnovabili, come succede nelle Active House, che rappresentano una nuova visione di abitazioni adattive, basate sul comfort abitativo, l'efficienza energetica, e il rispetto per l’ambiente, inteso sia come ambiente esterno ma anche come rispetto e armonia con il paesaggio, concetti che anche questo decreto tocca e che riportano nuovamente a Vitruvio, con una sensibilità multi-valoriale che non può in Italia prescindere dal lato estetico di ogni soluzione pensata».
In generale, conclude Imperadori, «gli edifici in un Paese dal clima splendido come l’Italia dovrebbero funzionare ermeticamente e con ventilazione meccanica controllata e recupero di calore in inverno e in estate, ma nelle stagioni intermedie con ventilazione naturale, per la massima salubrità degli spazi».