ragguardevole per un pallavolista. Il quale oggi raggiunge il traguardo dei primi 70 anni. Per i più giovani, un nome, ai più, sconosciuto. Ma per chi mastica pallavolo con i capelli grigi, è personaggio ben noto. Giocatore, agli inizi schiacciatore da posto quattro, afferma con orgoglio, palleggiatore dopo, più avanti allenatore, dirigente, organizzatore di eventi, ideatore dei volley-camp estivi, procuratore. Nel suo palmarès, un medagliere ricco e variegato, figurano pure un titolo juniores nel 1978 con il Gonzaga, una vittoria in coppa delle Coppe con l’Enermix Gonzaga nel 1986, un mondiale di club con la Mediolanum di Berlusconi nel 1991. E tanti giovani, decine, centinaia, pilotati verso la pallavolo. Provare a ripercorrerne la carriera, non è semplice. Paolino in questo sport ne ha fatte più di Bertoldo. Il sindaco Sala, potrebbe assegnargli un Ambrogino d’oro. Se lo meriterebbe!
Milanese d’adozione,trasferitosi da Livorno, a Milano dal 1961, è da studente alle Medie che inizia il suo apprendistato. Pigmalione il professor Enrico Bazan, uno dei due Anderlini milanesi. Gli insegna i fondamentali dai 13 anni. Proseguirà al liceo scientifico Alessandro Volta in via Boscovich ed entra in squadra del Vittorio Veneto altro importante liceo cittadino, fucina di tanti pallavolisti, con il professor Ruggero Martinotti, un passato da ufficiale dei paracadutisti nella Folgore, l’altro Anderlini di Milano, Passerà palleggiatore, poi si trasforma presto in allenatore nei settori giovanili. Conosce Walterone Rapetti. Con i titolari dell’epoca (Bombardieri, Avallone, Benenti, Contini, Colombo) è emigrato a Vigevano in serie D. Complice una fusione, approda al Gonzaga, l’istituto dei fratelli Lasalliani di via Vitruvio. Nel frattempo si laurea in Matematica e fisica all’Università statale di via Saldini. Servizio militare in Aeronautica, aviere semplice. Attiva una squadra al Cral di Linate, con cui si misura spesso con le milanesi. Poi la sera, con Walterone Rapetti e altri, nella trattoria da Berto, a parlare di pallavolo fino all’alba. Nel 1976 approda nello staff del Gonzaga, settore giovanile, vice di Rapetti sulla panchina. E’ una covata robusta: Luca Ferrauto, Oliviero e Rolando Cimaz, Rimoldi, Dallara. Vince il titolo juniores a Pisa battendo il Cus Torino di Prandi, poi l’Ariccia e in finale il Panini Modena per 3-0. Sfiorerà il bis due anni dopo a Reggio Calabria, col Vittorio Veneto, secondo posto. Crescono giovani dell’altra sponda milanese, quella del Vittorio Veneto. Con Luca Cabassi, Claudio Galli, Marcone Collini, Lauro Candia arrivato da Genova, Rolando Cimaz, il dottor Piero Rimoldi e “fringuello” Maronati porta la squadra alla promozione dalla B in serie A. Il presidente è Adriano Pucci Mossotti, ex cestista, passato alla pallavolo per amore della moglie. E’ stato il numero uno del volley in Lombardia. Sono gli anni d’oro per Milano. Poi nuova fusione delle forze milanesi migliori. Nel Gonzaga, Renzo Rovatti, un passato da mezzala dell’Inter anni 60, è subentrato a Gianni Ferrauto. Con Nino Cuco in panchina e Sandro Lazzeroni in campo, arriverà il secondo posto in Regular Season 1985-86. Nel 1985 ha aggiunto un’altra gemma: prima partita all’aperto. In avanspettacolo di un incontro Inter-Fiorentina, ai 70mila di San Siro porta un’amichevole tra la Nazionale Juniores in preparazione ai mondiali ed Enermix Gonzaga Milano. Per non scivolare sull’erba, scarpe Tacchini.
Continua l’insegnamento di matematica in un liceo linguistico e turistico, ora è solo dirigente. Affianca Alexander Skiba nella preparazione dei giocatori. Non insegna pallavolo, bensì matematica. Per tre pomeriggi la settimana, dopo le lezioni inforca la moto e si precipita a Leffe, nella bergamasca per dare ripetizioni a Tofoli e agli altri azzurri. Sul campo, sarà un magnifico argento dietro all’Urss, al Palalido colmo di pubblico. La nuova pallavolo, nascerà con quella squadra: Gardini, Cantagalli, Zorzi, Tofoli, Galli.
Prosegue l’attività da dirigente. Si profila l’ombra di Berlusconi all’orizzonte. Viene attuato un assorbimento con il Burro Virgilio Mantova di Carlo Negri. A Milano arrivano Vergnaghi, Bertolini, Rimoldi, Giovanelli, Bonacchi, Leo Carretti, Collini. Contemporaneamente, sfruttando i continui viaggi su e giù per la penisola alla ricerca di talenti, costruisce un promettente settore giovanile: Zlatanov, Casòli, Fenili, Iervolino, Milone. Siamo al 1990, si apre l’era Mediolanum. Sfruttando le conoscenze acquisite frequentando le Olimpiadi (ne totalizzerà otto: Montreal, Mosca, Los Angeles, Seul, Barcellona, Atene, Londra, Rio de Janeiro, di Tokyo già pronto il biglietto!), chiama a Milano Dusty Dvorak e Bob Ctvrtlik. L’anno seguente convince (nella società c’è anche Roberto Ghiretti) Doug Beal, per due anni sotto la Madonnina. Uno squadrone con Bertoli, Zorzi, Lucchetta, Galli, Jeff Stork, il brasiliano Tande, Montagnani, Rimoldi, Recine. Arriverà un mondiale di club, sfuma lo scudetto, il primo per Milano. Il Sisley guidato da Montali espugna il Forum vincendo il primo titolo per Treviso. Finirà con Gilberto Benetton scaraventato sotto la doccia per festeggiare.
La scelta della denominazione Romana Volley trae spunto dalla zona di Milano in cui e’ ubicata la palestra (Porta Romana appunto) che dall’origine del suo Presidente fondatore Marco Liani (nato a Roma).
La fascia di eta’ dei suoi tesserati parte dai 40 sino ai 64 anni e condivide la mission dell’attivita’ master in Italia che attraverso la Volley Master League creata da Giancarlo Dametto a Torino raduna tutti i giocatori ancora in attività al motto: “l’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare”.
lo. Ecco l’Asystel, in due anni con Gian Paolo Montali alla guida, arriva a sfiorare lo scudetto. Mancherà la fortuna: Bonati, schiacciatore di punta, si infortuna in allenamento, tibia e perone fratturati prima dei playoff. Sul campo Hristo Zlatanov, Tedeschi.
Nel frattempo..con Buongiorno c’è sempre qualche novità, a metà anni 80 ha inventato il primo volley camp estivo. Logistica a Bellaria con Rossano Armellini, che proseguirà con la Kiklos, Gabriella Monetti, Vanni Benenti, Fabio Cerutti. Lancerà una moda. Oggi basta girarsi attorno: camp estivi ovunque. Ma non si ferma. Diventa organizzatore, promotore, inventore. Affianca la Lega nel portare al successo Volleyland al Forum. Alla edizione nel 2003, 48mila spettatori in tre giorni. Formula semplice: portare i giovani a giocare. Poi si fermano a guardare le partite. Candido Cannavò, Si chiude l’era Berlusconi. Buongiorno da diesse mantiene viva la squadra con la sponsorizzazione Tally Milano dell’ingegner Imperato. In panchina Dimitar Zlatanov; in campo Vergnaghi, Hugo Conte, Bedino, Stork. Arriviamo al duemila. Si affaccia Antonio Caserta. Nel Gonzaga gioca il figlio Carirettore della Gazzetta, giornalista sempre molto vicino alla pallavolo, rischierà di venire travolto su una scala mobile incrociando la masnada di ragazzi che corrono verso le tribune.
Ma è pur sempre un insegnante. Famoso nel suo liceo, quando dice ai ragazzi: state fermi 10’ che torno. Poi si invola a vedere qualche partita. La preside lo sa, sopporta sorridendo le assenze di questo strano insegnante combattuto fra l’algebra e le schiacciate. Intanto porta avanti la sua attuale attività: quella di procuratore. Gira l’Europa e il mondo a vedere rassegne continentali e mondiali giovanili, a scoprire nuovi giocatori promettenti, italiani e stranieri. Segnala Grozer padre ai club italiani invano. Poi Grozer figlio, che approda solo quest’anno in Italia. Nella sua scuderia conta ragazzi noti e altri meno: Alessia Orro, Mengozzi, Rossini, Matteo Martino, Federica Biganzoli, Vittoria Piani, Raffaella Calloni, Chiara Negrini, Cazzaniga, Paolo Cozzi che arriva fino all’Olimpiade; Marco Gaspari come allenatore a fascia di eta’ dei suoi tesserati parte dai 40 sino ai 64 anni e condivide la mission dell’attivita’ master in Italia che attraverso la Volley Master League creata da Giancarlo Dametto a Torino raduna tutti i giocatori ancora in attività al motto: “l’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare”.e lo è stato anche Lorenzo Bernardi. Scopre presto il beach volley. Ad Atene Olimpiadi 2004 ha visto la folla assieparsi al beach, tribune semivuote per l’indoor. Ne intuisce le potenzialità di sport spettacolo. Menegatti-Orsi Toth è la sua coppia di punta, come lo sono stati Carambula-Ranghieri negli uomini. Si costruisce fama di procuratore capace di difendere con ostinazione e tenacia i suoi ragazzi, di indirizzarli nel modo giusto verso la carriera, di proteggerli da presidenti che promettono senza mantenere.
Oggi Paolino Buongiorno è al traguardo dei 70 anni. Per lui salire in macchina e fare 500 o mille km per vedere una partita, seguire un suo ragazzo, godersi una partita, anche due nello stesso giorno, è la normale. Non c’è avvenimento che non lo si noti inquadrato dalla tv, sempre presente, da tutti conosciuto, considerato, stimato, rispettato, benvoluto. Oggi per celebrare questo compleanno, ha radunato un gruppo di “antichi” amici della pallavolo per alzare un bicchier, come accade fra gli alpini. Ha scelto una giornata senza pallavolo giocata. Sennò, come faceva…?
Fonte notizia
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