Tre casi asintomatici di Covid-19 alla Casa di Riposo “V. Fossombroni”. Questo è l’esito dei primi risultati pervenuti in data odierna in relazione ai tamponi effettuati lo scorso 8 aprile su centocinquanta ospiti e operatori della struttura cittadina: al momento sono arrivate risposte relative all’80% dei test effettuati. I tre casi di positività fanno riferimento a persone asintomatiche e in buona salute, due dipendenti e un anziano di 66 anni, dunque erano impossibili da individuare nonostante le misure di prevenzione e di tutela della salute attivate dalla Casa Pia fin dai primi giorni di marzo. Misure consistite nell’immediata sospensione delle visite e del servizio diurno, nella misurazione della temperatura due volte al giorno ai residenti e ai dipendenti all’entrata e all’uscita dalla struttura, nonché dalla distribuzione di mascherine, guanti e gel igienizzanti.
Per le tre persone positive sono già state attivate le dovute procedure di quarantena che riguardano un ospite e un operatore, dal momento che il secondo operatore era in isolamento domiciliare volontario ormai dalla metà di marzo e che si era recato alla Casa Pia esclusivamente per effettuare il tampone. Il residente in questione è stato immediatamente isolato nel proprio appartamento, preventivamente sanificato e dedicato all’emergenza sanitaria, così come è stato trasferito in isolamento il suo compagno di stanza; il dato positivo è che il compagno è risultato negativo al test. Il paziente con Covid-19, inoltre, è stato visitato alle 15.30 di martedì 14 aprile dalla Unità Speciale di Continuità Assistenziale composta da un medico e da un infermiere, ed è risultato in buona salute e con parametri positivi. La direzione della Casa di Riposo, congiuntamente all’Ufficio di Igiene, ha fatto richiesta alla Asl di procedere con urgenza alla ripetizione dei centocinquanta tamponi dal momento che, dal primo test alla rilevazione dei risultati, è passata quasi una settimana. «La Casa Pia - commenta la presidente Maria Paola Petruccioli, - ha attivato nell’immediatezza tutte le misure che doveva e poteva porre in essere a tutela della salute dei propri ospiti, ma il ritardo nell’ottenere le risposte ai tamponi rischia di neutralizzare tutto il lavoro fino ad oggi svolto. Se infatti i risultati fossero stati dati nella giornata dell’8 aprile, come avrebbe dovuto essere, avremmo anticipato le misure adottate oggi ed evitato un possibile ulteriore contagio: stiamo facendo il possibile, speriamo che la Regione si renda conto e ponga maggior attenzione a queste realtà».