Fondatore e CEO di 012factory, Sebastian Caputo rivela nel servizio del Tgcom24 il ruolo della società all’interno di diverse iniziative culturali campane. Nel programma di Paolo Liguori dedicato all’arte ai tempi dell’isolamento da Covid-19 lo spazio riservato alle idee che animano 012factory porta un’ondata di ottimismo. E questa rinnovata energia arriva alle 13.30 di oggi, venerdì 6 marzo, ma ha radici lontane e una lotta contro il tempo per arrivare all’affermazione alle spalle.
Sei anni fa a Caserta, quando finiva di essere conosciuta unicamente come terra di Gomorra e cominciava a figurare quale Terra dei Fuochi, sei giovani imprenditori con esperienze all’estero lanciano un progetto che vuole avere un grande impatto sul territorio. Da associazione, 012factory diventa start up e, riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, mira a trasformarsi in un campus. I numeri poi contano e la loro ricorrenza non è casuale: “012” sta per crescita, quella delle imprese che la società sostiene. Diverse le start up casertane che lavorano in ambito artistico e che 012factory si è presa a cuore. Da GAV projects per la realtà aumentata nei musei a Genesis brain per la comunicazione, sempre nei musei, fino alla Salchain che si occupa delle transazioni nel mercato dell’arte.
Ispiratosi alla contaminazione tra diverse realtà, Sebastian Caputo spiega che “factory”, per restare in campo artistico, è in omaggio alla fabbrica che Andy Warhol trasformò in un luogo d’arte e di contaminazione di saperi. Un’ambizione non da poco, ma che nel contesto casertano si iscrive perfettamente. Questo luogo di incontro si riflette nella mission aziendale. Si propone infatti “con servizi di formazione, sostegno operativo e manageriale, strumenti e luoghi di lavoro, nonché di pratiche di supporto informali, come attività di networking che permettono il contatto tra investitori e le idee imprenditoriali promettenti”. E lo fa a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta, coltivando start up e progetti ad alta tecnologia.