Stavolta sono i giovani a dare una lezione agli adulti. Forse per una questione di apertura mentale alle novità, forse perché le esperienze della vita in qualche modo ti portano a ragionare in modo più egoistico, pensando al “proprio orticello”, forse perché si sono visti calpestati i proprio diritti troppe volte, o chissà per quale altra ragione, parlare di Diritti Umani tra i giovani è più facile che con gli adulti. Quasi un senso di rassegnazione trapela nei ragionamenti di alcune persone con i capelli brizzolati, come se avessero messo i remi in barca pensando che ormai su questo versante non ci sia più niente da fare.
Tra i giovani emerge la voglia di riscatto e di vedersi riconosciuti i propri diritti, sfidando le situazioni di difficoltà che comunque vivono quotidianamente, vedendo nel rispetto dei Diritti Umani un mezzo per arrivare a quella società in cui tutti vorremmo vivere. “I diritti devono essere garantiti a tutti” ha detto una giovanissima ragazza. Un modo di pensare molto diffuso tra i giovani che vedono l’integrazione come un arricchimento e non un ostacolo per la crescita sociale.
I volontari di Uniti per i Diritti Umani e della Chiesa di Scientology nella serata di lunedì 22 luglio, si sono confrontati con le persone che passeggiavano nel lungomare Poetto di Cagliari, aprendo una breccia su un discorso che per molti è sconosciuto, per altri è preferibile non affrontare, per altri indispensabile se si vuole salvare il futuro dell’umanità, perché come diceva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard “i Diritti Umani devono essere resi una realtà e non un sogno idealistico”.