Anticipazione dell’indagine realizzata per il Festival del Sarà di Termoli, la presentazione questa sera alle 21, con sette governatori di Regione. Dibattito trasmesso in diretta Facebook
Informati sul tema del regionalismo differenziato ma di fatto spaccati - con percentuali pari - sull’esserne a favore o meno. E prendendo posizione per le materie sulle quali possono legiferare sia lo Stato sia le Regioni, dal lavoro all’istruzione fino all’alimentazione.
È il quadro che emerge dall’indagine di mercato condotta dalla Digis Ricerche, che verrà illustrata questa sera a Termoli in occasione della prima serata del Festival del Sarà e presentata da Nicola Cesare, Ad Cesare Group, sul giudizio degli italiani in merito ai temi dell’autonomia regionale avanzata. Con la partecipazione di sette governatori: Donato Toma (Molise), Sebastiano Musumeci (Sicilia), Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna, intervento in video), Luca Zaia (Veneto, intervento in video), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, intervento in video), Vito Bardi (Basilicata), Mario Oliverio (Calabria).
Dall’indagine emerge che il 67,3 per cento degli intervistati ha sentito parlare del percorso avviato da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna per l’ottenimento del regionalismo differenziato. Il 35,1 per cento lo ritiene giusto, con un 37,1 contrario e il restante 27,8 che non si esprime.
Più nette le posizioni sui temi per i quali possono legiferare sia lo Stato sia le Regioni. Per gli intervistati va bene la concorrenza di entrambi per tutela e sicurezza del lavoro (54,5 per cento), istruzione (44 per cento), ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi (52,2 per cento), salute (43,2 per cento), alimentazione (37,5 per cento), porti e aeroporti civili (38,6 per cento). Per reti di trasporto e navigazione si preferisce la competenza esclusiva dello Stato (38,6 per cento) come pure su produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia (44,3 per cento).
L’autonomia potenziata preoccupa per divario che determinerebbe fra regioni povere e ricche. Il 63,1 degli intervistati teme che le Regioni più povere potrebbero avere problemi a garantire ai cittadini i livelli essenziali delle prestazioni in termini di istruzione e sanità.
Fonte notizia
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