Grandi città o piccoli paesi periferici il problema droga non risparmia nessuno. I volontari non trascurano nessuna realtà consapevoli del fatto che i pusher sono in agguato e, senza mettersi scrupoli, non disdegnano di proporre le loro “soluzioni” agli adolescenti, abbassando così a 11/12 anni l’età in cui i ragazzi provano il primo spinello gentilmente offerto dal bullo di turno del gruppo, ben addestrato dallo spacciatore che opera sempre in ombra. Nessuno degli spacciatori offrirebbe quella merce ad un suo figlio, nessuno di loro augurerebbe ad una persona cara di vivere ciò che lui sa bene vivrà chi farà uso delle sue droghe. Consapevolmente in nome del dio denaro, sono disposti a vendere l’anima al diavolo e veder morire un ragazzo piuttosto che ravvedersi e guadagnarsi da vivere onestamente.
Strappare dalle loro mani un ragazzo significa salvare una vita e una famiglia dai tormenti che le droghe portano sempre con sé. La prevenzione passa innanzi tutto dall’informazione, dal fatto che i ragazzi siano messi nelle condizioni di decidere del loro futuro, dal fatto di arrivare con la verità sulla droga prima che gli spacciatori arrivino con le loro bugie.
Trascinati dalle parole del filosofo L. Ron Hubbard che definiva le droghe come “l’elemento più distruttivo presente nella nostra cultura attuale”, lunedì 22 luglio, i volontari proseguiranno la campagna di prevenzione nelle strade e negozi di Decimoputzu, piccolo centro alla periferia della Città metropolitana di Cagliari, dove decine di commercianti hanno già aderito a collaborare per diffondere il messaggio di vivere liberi dalla droga.