A pochi giorni dall'uscita discografica de Le astuzie femminili di Domenico Cimarosa, intervistiamo Mary Canterbury, talentuosissima e fascinosissima soprano interprete del ruolo di Bellina, protagonista dell'opera, e Simone Perugini, direttore d'orchestra della registrazione e curatore dell'edizione critica della partitura.
Siamo, per entrambi, all'alba di nuova uscita discografica su Domenico Cimarosa: emozione per riportare alla luce un nuovo inedito?
S. P. Certo, quando un'uscita discografica, risultato di passione e intenso lavoro di squadra, sta per uscire, si è sempre emozionati. Voglio precisare, però, che Le astuzie femminili non è affatto un'opera inedita. Esistono altre incisioni discografiche, mi pare un paio, di qualche decennio fa. La novità della nostra produzione, semmai, è dovuta al fatto che l'opera viene registrata per la prima volta nella sua forma integrale, senza alcun taglio né ritocco arbitrario nella struttura della partitura, e utilizzando, come fonte musicale, un'edizione critica.
M. C. Sempre una grande emozioni. In Inghilterra, dove ho studiato e dove ho iniziato la mia carriera, la musica di Cimarosa è conosciuta, credo più o meno come in Italia, solo per le tante esecuzioni de Il matrimonio segreto. Per me, ammetto, Le astuzie femminili è stata una vera scoperta dato che non avevo mai avuto occasione né di vederle rappresentate in scena, né di poterne ascoltare altre versione discografiche.
Ormai diverse sono le registrazioni discografiche che avete affrontato insieme. Com'è stata, dal punto di vista dell'affiatamento artistico, questa nuova esperienza?
M. C. Straordinaria, come al solito. Ormai il nostro gruppo di cantanti e musicisti, come giustamente ha sottolineato, è piuttosto consolidato. A volte, in base alle necessità del cast, si aggiungono nuovi cantanti, oppure si tolgono, ma il nucleo centrale “operativo” rimane sempre quello. Lavorare con il maestro Perugini, e credo di poter parlare a nome di tutti, soprattutto su questo repertorio è un enorme piacere oltre che un onore. Perugini riesce a trasmettere a tutti noi, sia durante le prove, che durante le sessioni di registrazione, una energia avvincente, un abbraccio elettrico che non ci fa mai percepire la stanchezza. E' nel suo ambiente: riesce a scavare, divertendosi e divertendoci, nei più remoti anfratti musicali e drammaturgici delle partiture di Cimarosa, trasmettendo le idee musicali ai suoi musicisti con un convincimento, una passione e una professionalità davvero straordinaria.
S.P. Lavorare con Mary, con tutti gli altri interpreti e con un'orchestra fantastica come la Fête Galante Baroque Orchestre ha lo stesso effetto, per un direttore d'orchestra che si occupa della musica teatrale del secondo 700, che ha l'ingresso in un negozio di dolci per un bambino. Sono tutti musicisti straordinari, ormai avvezzi – anche prima di conoscere me – alla prassi esecutiva dell'epoca a cui tanto teniamo. Spero che questa straordinaria alchimia che si è consolidata nel tempo tra noi, possa essere trasmessa dall'ascolto de Le astuzie femminili, un'opera appartenente alla maturità artistica di Cimarosa, appena tornato da Vienna a Napoli dopo i trionfi de Il matrimonio segreto e dopo la fruttuosissima esperienza pietroburghese alla corte di Caterina II.
Maestro, l'ultima domanda solo per lei: potrebbe, in pochissime parole, farci una breve storia de Le astuzie femminili?
S.P. No, naturalmente! Scherzi a parte, non mi soffermerò sulla trama (nel ponderoso libretto che troverete nel CD, oltre al testo completo dell'opera, c'è la descrizione dettagliata della trama). Qui mi limito ad accennare al fatto, curioso per la prassi compositiva di Cimarosa, che Le astuzie femminili, il cui debutto avvenne al Teatro dei Fiorentini di Napoli il 26 agosto 1794, non furono nemmeno all'epoca un'opera inedita (nonostante il libretto stampato in occasione del debutto per il pubblico millantasse un po' una presunta originalità del lavoro). Cimarosa, due anni prima, a Vienna, aveva composto e fatto rappresentare al Burgtheater una farsa in un atto, Amor rende sagace, che, purtroppo, non ebbe l'esito sperato. Ma dato che Cimarosa aveva l'idea che la musica è come il maiale (non si butta via niente), e consapevole, probabilmente, del grande valore della musica che compose per quell'opera, decise di non distruggerne la partitura e di riutilizzarla successivamente. L'occasione gli si presentò proprio due anni dopo con la commissione de Le astuzie femminili. Il musicista chiese a Giuseppe Palomba, millantato librettista de Le astuzie, di allargare a due atti l'originaria forma in atto unico di Amor rende sagace (il cui libretto, quello sì originale, fu scritto da Giovanni Bertati) e di adattare alla nuova drammaturgia i vecchi versi di Bertati. Palomba, tradusse alcune parti dell'originale in dialetto napoletano (i personaggi comici, per tradizione e gusto del pubblico, al Teatro dei Fiorentini dovevano parlare in dialetto), compose i versi per quattro arie nuove e per il finale del secondo atto; per il resto, copiò pari pari i versi di Bertati. Cimarosa, da par suo, non scrisse nemmeno una partitura ex novo. Compose la musica delle quattro arie nuove e del finale del secondo atto, affidò la composizione dei recitativi secchi al suo solito collaboratore Giuseppe Benevento e inserì questo piccolo corpus di musica nuova all'interno della vecchia partitura di Amor rende sagace, lasciando il resto della musica inalterato.
Ringraziamo Mary Canterbury e Simone Perugini, congedandoli con un'ultima domanda, a quando l'uscita ufficiale del cd?
M. C. :Il primo luglio 2019 uscirà negli stores online, e entro i primi dieci giorni dello stesso mese la distribuzione sia del cd fisico che delle versioni digitali sarà ultimata.
S. P.: Vorrei congedarmi ricordando un particolare che mi sta molto a cuore: questo CD è dedicato alla memoria di Franco Valobra, che fu scrittore, critico cinematografico, attore, folletto, intell.. (No, intellettuale non posso dirlo, perché se mi sentisse, mi farebbe una sonora pernacchia in faccia). Franco è stato per me l'amico. Non un amico, ma l'amico. Non vado oltre: il rapporto che c'era tra me e lui, deve rimanere segregato tra me e lui. Aggiungo solo che fu, insieme a me, l'ideatore dell'Accademia Lirica Toscana “Domenico Cimarosa” (responsabile delle edizioni critiche del musicista aversano) e ne fu indimenticabile Presidente dall'anno della fondazione dell'accademia all'anno in cui Franco ci ha lasciato e che anche lui ha contribuito, con l'ultima raccolta di racconti di cui fu autore, pubblicata qualche anno prima della morte intitolata Un gesto all'improvviso, a diffondere la figura di Cimarosa che riecheggia in tutti i racconti di Franco.