Dieci casi di decesso sui camion nell’ultimo mese: un bilancio pesantissimo che è bastato a far scattare l’ennesimo campanello d’allarme sulla sicurezza stradale nell’autotrasporto italiano e che ha spinto i sindacati di categoria a mobilitarsi. Lo scorso 14 maggio, infatti, le sigle Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno chiesto con urgenza un incontro a imprese e istituzioni.
Le questioni sul tavolo riguardano le annose problematiche, ovvero tempi di guida, ritmi di lavoro e impegni della prestazione. Un confronto che – si legge nella nota congiunta – non è più rinviabile e deve partire proprio dai ministeri competenti. Dietro gli incidenti mortali sui tir ci sono diversi fattori, a cominciare da una concorrenza sfrenata delle imprese incentrata più sui costi di produzione che sulla qualità dei prodotti, che ha portato a un aumento dei tempi di guida e di lavoro.
Una condizione di precarietà che spesso e volentieri non consente di effettuare un riposo o, in caso contrario, di non godere di servizi adeguati di riposo nei luoghi di sosta. A questo si aggiunge un sistema infrastrutturale ancora inadeguato nel nostro Paese, nel quale si continua ad allestire cantieri interminabili sulla stessa arteria stradale, e dove le segnalazioni sono molto spesso insufficienti.
In sostanza, il trasporto merci su strada in Italia, compreso il trasporto con bisarca, è in serio pericolo e pertanto si rende necessario, oggi più che mai, fermare l’emorragia di morti sul lavoro. Per farlo le tre sigle sindacali chiedono al Governo e alle istituzioni non solo di rafforzare tutte le misure di prevenzione e di controllo, ma soprattutto un piano di investimenti concreto e tangibile.
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