Signora, lei conosce cos’è il RITALIN? È la domanda che i volontari di Fondazione per un Moondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology hanno fatto a numerose mamme durante la distribuzione dei libretti “La verità sull’abuso di RITALIN” nella mattinata di lunedì 18 febbraio nelle strade e negozi di Quartu Sant’Elena. La distribuzione è stata una sorta di sondaggio sulla conoscenza di questo potente farmaco, troppo spesso prescritto ai bambini in età scolare, cui è stata diagnosticata la sindrome dell’ADHD. Nella maggior parte dei casi la risposta era un NO deciso e la reazione alla notizia di che cosa sia, è stata sempre di incredulità e forte indignazione. “Mi sembra impossibile che si possano somministrare questi tipi di farmaci ai bambini – era la risposta che più frequentemente sono state date dalle persone – quando i bambini sono irrequieti bisogna andare a capirne le cause e non drogarli con queste medicine!”
La verità è che la maggior parte delle persone non conoscono che cosa sia questo farmaco considerato dalle stesse case farmaceutiche e dalla classe medica come un narcotico della stessa classificazione della cocaina, morfina e anfetamine. La pericolosità di questo farmaco spinge i volontari a far si che tutti la conoscano e che anche quando si ritrovano in casa dei ragazzi “vivaci” ai quali si intenda somministrarlo, si oppongano andando a ricercare soluzioni alternative in grado di risolvere il problema e non di peggiorarlo e cronicizzarlo.
Anche in Italia i Ritalin è sempre più usato nei bambini in età tra i 6 e i 12 anni, provocando le numerose controindicazioni a breve, medio e lungo termine, che le stesse case farmaceutiche inseriscono nel bugiardino all’interno, come: perdita di appetito, sonno turbato, allucinazioni e iper-eccittabilità, attacchi di panico, problemi espiratori, danni permanenti a organi vitali come fegato, reni, cervello e polmoni, forte dipendenza psicologica al farmaco, psicosi, depressione e tendenza al suicidio. Ce n’è abbastanza per mettere in guardia qualsiasi genitore cui venisse prescritto al proprio figlio.
“Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l’unica ragione di vivere” scriveva il filosofo L. Ron Hubbard, una situazione di difficoltà di un bambino non può giustificare l’utilizzo legale di una droga che potrebbe impedirgli di avere un futuro. I volontari continueranno ad informare i cittadini affinché questo non avvenga e che, possibilmente, diventi illegale.
Info: www.noalladroga.it