I ricchi disposti a spendere anche fino a 6.000 euro
Che gli italiani siano gli uomini più eleganti del mondo è indubbio. Nel nostro Paese si cresce con la cura dell’immagine a volte anche eccessiva. E questa attenzione non risparmia certo quello che un tempo veniva definito il sesso forte. In occasione della fiera Vicenzaoro che si sta svolgendo in questi giorni e terminerà il prossimo 23 gennaio, Klaus Davi con la sua agenzia di comunicazione e strategia di impresa, ha promosso una ricerca su gioielli e consumi maschili in occasione del lancio di un documentario sul mondo dei preziosi che ha coinvolto alcuni fra i principali brand (Rebecca, Roberto Coin, Milor, Casato Gioielli, UnoAErre: https://www.youtube.com/watch?v=GHSzhqlTZ3o). Il panel ha coinvolto 567 consumatori di età dai 35 ai 65 anni con buona propensione di spesa.
I gioielli made in Italy piacciono al 76% dei consumatori. Una percentuale bulgara che conferma il buon momento che sta vivendo la produzione italiana, che si conferma un settore strategico per la nostra industria manifatturiera: secondo i dati presentati in anteprima a Vicenzaoro da Italian Exhibition Group, Federorafi Confindustria Moda e Federpreziosi Confcommercio, le esportazioni mantengono un saldo commerciale in avanzo per 3,17 miliardi di euro nei primi 3 trimestri del 2018. Secondo le stime, il 12,7% degli italiani ha acquistato preziosi, bijoux o orologi, percentuale in linea con quella del 2017 (12,3%). Inoltre, il 75,6% degli italiani ha dichiarato di voler mantenere il budget di spesa per i preziosi e il 17,2% ha dichiarato di averlo aumentato.
Il mercato maschile è in crescita (secondo una stima del New York Times le vendite globali di gioielli di lusso per uomo hanno raggiunto 5,3 miliardi di dollari nel 2017), e alcuni brand come Antorà, Zancan, Barakà o Cammilli gli hanno dedicato attenzione. Ma gli uomini comperano da soli i gioielli o delegano alle compagne o mogli? Il campione intervistato, secondo la ricerca dell’agenzia Klaus Davi & Co., giudica la produzione italiana la più elegante (64%), più contemporanea (55%), più conforme al gusto italiano (48%), più sobria (41%) e più originale (38%).
In testa alle preferenze ci sono i gemelli (52%), magari di forme diverse, con dettagli colorati e alternanza di superficie lucida e opaca, come quelli da 3.600 euro, proposti dal brand catanese Antorà; seguono i bracciali (49%), anche in stile etnico ma impreziositi da pietre preziose ben riconoscibili; poi le collane (46%), sempre molto fashion e arricchite da ciondoli curiosi. Alcune possono costare molto care, oltre 6.000 euro, come le collane proposte dal brand Barakà. Gli orecchini, che fanno impazzire i piu giovani, (possono superare le migliaia di euro se impreziositi da diamanti) ottengono il 40% delle preferenze, meglio se di piccole dimensioni ma allo stesso tempo adattabili anche a un look trasgressivo e d’ispirazione rock’n’roll; di poco staccati gli anelli (38%), con una buona propensione verso quelli condivisibili con la propria dolce metà, come per esempio i teschi creati da Zancan. Si parlava di orecchini, ma non si possono tralasciare i piercing (31%), sempre più in voga, soprattutto alle labbra, dove ci si può sbizzarrire fino a creare vere e proprie composizioni come lo “Snake Bite” o il “Cyber Bite”; non mancano le spille (26%), sempre più presenti a corredo dell’abbigliamento maschile, da indossare sui risvolti di giacche informali, anche solo per dare più verve al classico completo; sulla stessa linea i fermacravatte (23%), che danno quel tocco in più non troppo appariscente ma elegante e dallo stile inconfondibile; anche gli orologi con diamanti riscuotono un discreto successo (18%), per il loro richiamo a uno status symbol, pur costando parecchio; chiudono questa top ten i portachiavi e i pendenti da uomo (entrambi al 16%), molto apprezzati per il loro design sempre più rivoluzionario e trendy. Ma se il prodotto per uomo italiano ottiene solo riscontri positivi, quando si passa all’acquisto subentrano problemi più di ordine psicologico che di marketing. Solo il 15% dei monitorati dalla ricerca dice di avere intenzione o aver acquistato un gioiello per sé. Il 44% si dice interessato a farlo ma frenato dall’incapacità di scelta. Addirittura uno su tre, molto francamente, ammette “mi vergognerei ad acquistare un gioiello”. Sia chiaro, ciò non significa che non li acquisterebbero, anzi il 55% si dice interessato ad acquistarne uno mentre il 25% è molto interessato. Il senso di disagio e vergogna aumenta con i più anziani (il 62% degli over 60) e diminuisce con gli under trenta (il 23%).