Ammirare una mostra d’arte, degustando un vino scelto proprio in abbinamento alle opere esposte. Questa idea ha animato l’organizzazione dell’esposizione multisensoriale “Un sorso d’arte” che sarà inaugurata alle 18.00 di domenica 16 dicembre presso la Casa dell’Energia in via Leone Leoni, rimanendo poi visitabile ogni giorno dalle 18.00 alle 23.00 fino a sabato 29 dicembre. L’iniziativa proporrà un percorso tra le opere degli artisti casentinesi Alan Bigiarini e Matteo Giovani, da scoprire e ammirare con in mano un calice di Pinot nero dell’azienda Poppiena di Pratovecchio selezionato per l’occasione dal sommelier Massimiliano Perboni che è stato l’ideatore e l’organizzatore dell’iniziativa. All’ingresso ogni visitatore riceverà il proprio bicchiere e sarà guidato alla conoscenza e alla degustazione di questo vino poi, oltre a godere di un piccolo buffet, sarà libero di passeggiare tra le opere esposte e di confrontarsi con gli stessi autori. «Ogni opera d’arte può essere abbinata ad un vino - spiega Perboni. - La mostra “Un sorso d’arte” nasce per proporre ad Arezzo un’innovativa esperienza capace di stimolare più sensi: la vista permetterà di scoprire le opere d’arte e si combinerà con il gusto nell’assaggio di un buon vino del nostro territorio, con un ricercato abbinamento tutto di marca casentinese studiato appositamente per questa occasione».
La maggior parte delle opere esposte provengono dalla collezione “Stop War” realizzata da Alan Bigiarini, artista dell’associazione culturale Noidellescarpediverse. Animo creativo e spirito eclettico, il casentinese si è fatto conoscere nell’ambito del cabaret all’interno della coppia Alan&Lenny con cui è arrivato fino a trasmissioni televisive nazionali, ma poi ha spaziato tra l’organizzazione di eventi culturali, la sceneggiatura di testi teatrali e la realizzazione di cortometraggi (nel 2011, il suo primo cortometraggio “Una lettera da Auschwitz” entrò in concorso al David di Donatello). Più recentemente si è interessato all’arte materica e ha iniziato a produrre opere con l’utilizzo associato di diversi elementi, con gesso alabastrino, poliuretano espanso, sabbia, ghiaia, smalti e vernici che vengono aggregati su vari supporti come tela, polistirolo, legno e anche vecchi banchi di scuola. Dopo aver partecipato nel 2017 alla Triennale Internazionale di Arti Visive di Ferrara, Bigiarini esporrà ora per la prima volta ad Arezzo proprio con “Un sorso d’arte”, andando a far conoscere il suo progetto contro la guerra: ogni opera rappresenta uno specifico conflitto con il duplice intento di rappresentarne l’atrocità ma anche di lasciare intravedere le possibilità di una rinascita. «Queste opere - commenta l’autore, - raccontano di ferite, esplosioni e lacerazioni che, con i colori e la materia, acquistano un valore estetico. È l’orrore che muta in bellezza. Ringrazio Giovani per aver arricchito l’esposizione con alcuni dei suoi migliori pezzi, e Perboni per aver dato vita a questo interessante connubio tra due forti passioni come l’arte e il vino».