In Germania, a Wolfsburg, la città della Volkswagen, sabato 11 agosto 2018 si è concluso il periodo di pre-campionato del Napoli dell’era Lancelotti che è stato sconfitto per 3 reti a 1 dalla squadra cittadina militante nella Bundesliga. I Verdi del Wolfsburg e gli Azzurri del Napoli, nell’incontro amichevole all’Arena Volkswagen, hanno comunque saputo rappresentare, ognuno per parte propria, la storia calcistica ed umana, territoriale e nazionale, ed insieme con lo sport testimoniare l’impegno a sostenere la pacifica convivenza di popoli e culture nel mondo.
Al di là del calcio questo incontro amichevole richiama ad una attualità rovente, ma non per il caldo di agosto, del dibattito pubblico in Italia: gli immigrati. C’è stato un tempo che erano gli Italiani, in massa, a cercare fortuna all’estero, in Europa e nelle Americhe. Quel tempo sembra ritornare.
Al primo gennaio 2017 gli iscritti all'Anagrafe quali italiani residenti all'estero sono 4.9 milioni. E’ l'8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti contemporaneamente in Italia. Quella che è registrata anagraficamente presso i comuni italiani come “Popolazione Aire” è aumentata, in un anno, di 162 mila unità (+3,3%). Nell’ultimo triennio è stata di oltre 337 mila (+7,2%). Se si considera l’ultimo quinquennio si superano le 632 mila unità (+14,6%). Solo nell’anno 2016, agli italiani residenti fuori dei confini nazionali si sono aggiunti, 48 mila i giovani.
Secondo il “Rapporto Italiani nel Mondo 2017” sono 2.6 milioni gli italiani distribuiti a livello continentale, con residenza in Europa (54%), e precisamente nei primi quindici Paesi Ue sono 1.984.461, il 39,9%; mentre 2 milioni di italiani vivono in America (40,4%), privilegiando quella centro-meridionale (32,5%). In Oceania c’è il 3%; in Africa risiede il 1,3%; in Asia abbiamo 1,3% degli italiani residenti all’estero. Degli italiani che partono la metà sono provenienti dal Meridione. Le Comunità più numerose le troviamo in Argentina (804.260), Germania (723.846), Svizzera (606.578). Il Paese che ha registrato il maggiore incremento degli italiani nell’ultimo anno è stato il Regno Unito con 27.602 iscrizioni in più. Ma restiamo in Germania dove con il lavoro dell’uomo, di tedeschi e Gastarbeiter, “lavoratori ospiti”, italiani e di altre nazionalità, è stata costruita la grande nazione tedesca.
Questa occasione ha suscitato nel sociologo Antonio Castaldo intensi ricordi della sua esperienza giovanile a Wolfsburg, di quando ventenne scorrazzava per l’Europa: due anni, 1978 e 1979 in Germania, ed il lavoro sulla catena di montaggio della Volkswagen all’apice del successo per la Golf dopo quello del mitico Maggiolino. Lavoro e benessere hanno fatto e fanno da potente calamita, prima per le braccia e oggi per i cervelli, dei flussi migratori soprattutto del Meridione d’Italia. «I primi italiani, -afferma il sociologo Antonio Castaldo- giunsero nella zona del Niedersachsen, Bassa Sassonia, nel 1906 per lavorare nelle miniere di carbone di Fallersleben, poi per incrementare la costruzione della Volkswagen voluta da Adolf Hitler, 1938, ed ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale alla riapertura della fabbrica per il lavoro sulla catena di montaggio della “Macchina del Popolo”. Nel 1962 il primo numeroso contingente giunse tra il 16 ed il 17 gennaio a Wolfsburg per la VW-Werk la fabbrica del Maggiolino. Oggi sono oltre 700.000 gli italiani in Germania. La Volkswagen Arena, con i suoi 30.000 posti, sorge sullo stesso spazio dove fino al 1977 esisteva il villaggio di baracche di Berliner Brücke, dal nome del ponte sul Mitteland Kanal. Qui sorgeva quell’insediamento abitativo, indicato come Klein Neapel, Piccola Napoli, dove sono transitati, fino al suo smantellamento, circa 17.500 emigranti italiani. Il campetto di calcio venne inaugurato nel 1963, per il tempo libero e per i primi eroici campionati, una storia che oggi continua con la USI Lupo-Martini squadra di calciatori italiani nella Oberliga del Niedersachsen, corrispondente alla nostra serie D. In questo incontro amichevole -conclude Antonio Castaldo - si sintetizza, oltre la storia calcistica, una civiltà che con le sue contraddizioni, i suoi valori, i suoi principi civili, politici e sociali sta provando a costruire una Europa di Popoli e Culture compiutamente tradotta, dopo 60 anni di lavori in corso, in una reale e concreta Unione Europea».
A Wolfsburg, come monumento all’emigrazione, c’è la Statua dell’Italiano con la Valigia. Essa fu collocata nel 2004 per la prima volta sul terreno della Allerpark, al Berliner Brücke, dove prima c`era il villaggio dei lavoratori italiani, mentre dal 29 Aprile 2010 è in quella direzione che volge lo sguardo perché è stata definitivamente installata presso la Stazione Ferroviaria di Wolfsburg, inaugurata dal Sindaco Prof. Rolf Schnellecke con l’autore, l’italiano Quinto Provenziano i Consiglieri Comunali, le Autorità, con il soddisfatto Assessore Rocco Artale, membro della Giunta Comunale e simbolo dell’avvenuta integrazione degli italiani nel lento cammino verso gli Stati Uniti d’Europa.
IESUS
Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali - Brusciano NA