Tra i principali vantaggi dell’Unione Europea c’è la libera circolazione delle merci: una condizione che è però possibile sfruttare per generare concorrenza sleale e attività fraudolente. Questo vale per tutti i settori, compreso quello delle auto.
Secondo carVertical, società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, le soli frodi sui contachilometri in Italia costano oltre 700 milioni di euro all’anno e la situazione dei veicoli danneggiati potrebbe essere addirittura peggiore. Nonostante questa evidenza, gli acquirenti di auto usate della Penisola possono fare ben poco per evitare di comprare veicoli che hanno preso parte in gravi incidenti.
In Italia, i dati relativi ai danni dei veicoli non sono disponibili al pubblico
carVertical stima che solo il 12,6% di tutti i veicoli controllati in Italia siano rimasti coinvolti in incidenti. Una percentuale così bassa di veicoli coinvolti in incidenti e che quindi hanno subito danni più o meno gravi evidenzia un problema di fondo: gli italiani non controllano approfonditamente la storia delle auto usate, soprattutto quelle più vecchie o più economiche. Un altro fattore importante che contribuisce a mantenere basso questo dato è la limitata disponibilità in Italia di registri storici dei danni ai veicoli, che vengono archiviati da determinate istituzioni che per legge possono essere condivisi solo con agenzie assicurative e autorità governative. Questo causa problemi sia agli acquirenti di auto usate, che potrebbero dover fronteggiare spese non preventivate per sistemare eventuali danni non dichiarati, sia per i rivenditori locali, che non hanno materiale sufficiente per condividere l’intera storia del veicolo prima dell’acquisto.
“La quota di veicoli danneggiati in Italia dovrebbe superare il 40% e potrebbe addirittura arrivare al 60%. Il fatto che i registri dei danni non siano disponibili per gli acquirenti, non li aiuta nel processo di acquisto di auto usate. Guardando al mercato europeo, l’Italia è inoltre uno dei Paesi principali per quanto riguarda l’esportazione di auto usate: se i veicoli italiani hanno una documentazione invisibile rispetto ai danni locali, possono causare problemi finanziari e di sicurezza sui mercati esteri di destinazione, in quanto i nuovi acquirenti non possono essere consapevoli di eventuali danni nascosti o non dichiarati”, spiega Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico e Head of Communications di carVertical.
Sottolinea inoltre che la disponibilità pubblica di questi dati aiuterebbe a proteggere gli acquirenti di auto usate sia in Italia sia nel resto d’Europa. La situazione attuale, che consente la consultazione di questi dati solo ad alcune istituzioni governative, crea un mercato grigio in cui non solo c’è più spazio per le frodi ma anche in cui i truffatori riescono facilmente ad aggirare i dati a loro vantaggio. Cambiando le cose, l’interesse pubblico potrebbe invece beneficiarne non solo a livello italiano ma anche a livello internazionale.
I dati internazionali disponibili aiutano a fare chiarezza sulla storia dei veicoli
I danni ai veicoli non rappresentano l’unico problema per gli acquirenti di auto usate: anche la manomissione del contachilometri è difficile da individuare. Lo spostamento delle auto di seconda mano in Europa avviene generalmente da Ovest verso Est e Buzelis sottolinea che nel momento in cui un veicolo viene importato da venditori disonesti, questi tentano spesso di aumentare i propri margini di profitto modificando il contachilometri. Lo dimostrano i dati di carVertical, che ha stimato quanto si spende in più per i veicoli con il contachilometri falsificato in determinati Paesi: solo in Polonia, gli automobilisti pagano oltre 1 miliardo di euro in più ogni anno, seguiti dagli acquirenti di auto usate in Francia (800 milioni di euro).La trasparenza del mercato delle auto usate è un argomento discusso, ma ad oggi non sembra siano ancora state trovate soluzioni per contrastare i truffatori. Per questo motivo c’è attualmente una forte domanda di report digitali che includono dati sui veicoli, come i controlli storici delle automobili che sono disponibili su carVertical.
“Fermare il fenomeno dei contachilometri manomessi non è facile. Sono soprattutto le persone inesperte quelle più vulnerabili, perché possono scoprire solo in seguito che il veicolo appena acquistato è ben lontano da ciò che si aspettavano. Avere a disposizione i dati internazionali relativi al chilometraggio, ai danni, alla proprietà e all’immatricolazione di auto in oltre 40 Paesi può essere utile, soprattutto per coloro che acquistano auto importate”, ha commentato Matas Buzelis.
Dati certi e affidabili aiutano gli acquirenti a scegliere veicoli usati di qualità
La disponibilità di report sullo storico delle auto che includono dati autentici e di qualità contribuisce a proteggere milioni di acquirenti europei, in quanto la condivisione di informazioni certe e affidabili aiuta ad aggirare potenziali problemi che potrebbero evidenziarsi in seguito.“Solo i dati possono aiutare a valutare le condizioni attuali di un veicolo usato e a semplificare la decisione di acquisto. Nessuno può modificare o cancellare le informazioni esistenti su una determinata auto e ciò crea un forte deterrente contro le truffe. Tutti, anche i criminali, sanno di non poter correggere la storia già scritta di un veicolo”, afferma Matas Buzelis.
Attraverso l’interpretazione ed elaborazione dei dati provenienti da numerose fonti – dalle forze dell’ordine, ai database di istituzioni finanziarie, registri nazionali o statali, organizzazioni no-profit e partner commerciali – carVertical può fornire un documento aggregato e facilmente leggibile, utile a chi è interessato a veicoli di seconda mano per avere a disposizione le informazioni necessarie per poi valutarne l’acquisto.