Il Tribunale di Roma ha condannato l’INPS a riconoscere il prepensionamento e a rivalutare la posizione contributiva della Sig.ra D.M. di 64 anni esposta all’amianto durante la sua attività professionale come impiegata presso l’ufficio amministrativo, ubicato nel container con materiali di amianto, del Consorzio di Casal Palocco, ubicato sull’omonima via (fronte ex Vaccheria, adesso CONAD), che si occupa di varie attività di manutenzione della zona residenziale nel quadrante ovest del Comune di Roma. La donna, ignara e inconsapevole della condizione di rischio, per 36 anni è stata esposta alla fibra killer, e ha subito un danno biologico causato da una fibrosi polmonare diffusa e ispessimenti pleurici riconosciuto anche dall’INAIL con precedente causa.
Nel piazzale in utilizzo al Consorzio venivano stipate lastre in cemento e cartoni amianto, e in alcuni casi, il materiale veniva stipato con esposizione alle intemperie, al vento, con riduzione allo stato polveroso ed aerodispersione e inalazione in danno dei lavoratori.
La lavoratrice, dopo il riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, ha chiesto all’INPS la ricostituzione della posizione contributiva che era stata rigettata e, grazie al ricorso dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che istituzionalmente offre supporto e assistenza alle vittime con un servizio gratuito sul sito https://www.osservatorioamianto.it/ e con il numero verde 800 034 294.
uesta decisione del Tribunale dimostra che ci sono state funzioni amministrative svolte in luoghi altamente contaminati e rappresenta una svolta per gli impiegati esposti perché introduce una tutela che è sempre stata riconosciuta solo a chi manipolava il cancerogeno”