"Camise Pierte" (camicie sbottonate) è una riflessione critica e poetica sul Salento, periferica provincia del Sud Italia che vive la tensione tra un passato idealizzato e l'impatto distruttivo del turismo di massa.
L’idea nasce dalla lettura delle inchieste della giornalista Marilù Mastrogiovanni? che si è occupata per anni delle infiltrazioni della sacra corona unita nel tessuto sociale e imprenditoriale nella provincia di Lecce.
Ispirato dalla cruda realtà di lottizzazioni abusive, reati ambientali e corruzione descritta dalla giornalista, Miglietta ha saputo interpretare in chiave artistica la frustrazione del popolo salentino sospeso tra nostalgia di un passato idilliaco e il presente fatto di turismo di massa e gentrificazione.
Lo spettacolo ha la struttura di una narrazione civile, con momenti di alto lirismo, dall’uso sapiente del dialetto e della commistione di musiche, dal raggamuffin alle avanguardie elettroniche, che rendono ancora più incalzante il ritmo del testo teatrale.
"Il mio ritorno nel Salento – ci racconta Simone Miglietta – avvenuto un anno e mezzo fa dopo 6 anni spesi fuori di qui, celava in sé il ricordo, forse idilliaco, di una terra vergine. Tornando, ammetto di essermi scontrato con una certa autarchia della produzione in serie made in Salento. Forse da questo nasce Camise Pierte dal tentativo di combattere in me lo scontro fra la memoria pura e il disagio di una storia che veniva raccontata sempre uguale”.
Ed è proprio la narrazione del territorio che Miglietta vuole mettere in luce. E anche se “nel teatro il ‘vero’ non può esistere – prosegue l’autore – in questo spettacolo le inchieste di Marilù Mastrogiovanni si fondono con il mio tentativo, disperato, di trovare una soluzione all'oppressione di un lembo di terra che diventa l'intera penisola italiana, dove il sentimento di oppressi diventa il desiderio di opprimere. Le ragioni, che siano orgoglio, onore o vendetta, non ci è dato di ammetterlo: la mafia non è una telenovela meridionale, ma la realtà insabbiata dietro la vita che scorre, lenta, nel deserto di queste porte dell'Europa".
Lo spettacolo, con la supervisione artistica di Licia Lanera e Danilo Giuva, va quindi oltre il Salento, proponendosi come una storia universale ed estendendosi simbolicamente a tutta le città d’arte e le località turistiche che vivono simili contraddizioni.
“Il giornalismo investigativo – dichiara Marilù Mastrogiovanni – deve trovare sempre nuovi strumenti di espressione anche artistica per far camminare le notizie sulle gambe dei cittadini. In un momento storico in cui il diritto di cittadine e cittadini ad essere informati è compromesso, il teatro diventa una boccata d’ossigeno a disposizione di tutti, fruibile anche grazie ai toni leggeri e sarcastici ma implacabili con cui Miglietta plana sulle devastazioni ambientali del Salento, riuscendo a ricondurre ad un’unica radice egemone, quella patriarcale ed androcentrica, la violenza sulla natura e sulle donne. Uno spettacolo da portare in tutte le scuole e in tutte le piazze”.