Piccole danzatrici in Degas e maschietti in calzamaglia sorridono al sole tra i verdi prati: la danza sembra germogliare. È così che La Dance si è presentata al suo pubblico in occasione del Saggio Spettacolo di fine anno. Con un book fotografico in cui costumi e colori hanno raccontato tutta l’energia e la magia dell’arte, la scuola ha voluto anticipare così quello che poi sarebbe stato lo show.
La Dance di Battipaglia, 56 anni di storia, diretta storicamente da Maria Vittoria Maglione, da qualche anno (post Covid) in tandem con la collega Caterina Ceravolo, è andata in scena sabato scorso alla Sala Truffaut della Cittadella del Cinema di Giffoni Valle Piana, cogliendo nel segno di uno spettacolo nel quale la volontà si conferma quella di presentare il programma didattico-artistico svolto in sala, dare agli allievi, attraverso il palcoscenico, l’opportunità di esprimere in forma artistica tutto quanto hanno appreso durante l’anno, con la chance di rivelare il loro talento, e infine diffondere la conoscenza della danza in tutti i suoi linguaggi.
Nel caso specifico, quest’anno La Dance ha voluto aprire il sipario con un omaggio a due grandi artisti che nella scuola di Battipaglia avevano riscoperto un po’ la loro seconda casa, per tanti versi anche la loro residenza artistica, scegliendola più e più volte e negli anni come luogo creativo.
Due i quadri coreografici in memoria di Silvio Oddi, del quale quest’anno ricorrono i primi dieci anni della sua morte, e Margarita Trajanova. «Silvio, danzatore eccellente e persona straordinaria. Era un artista dal grande talento ma con un’onestà intellettuale e una dolcezza fuori dal comune. Amava la danza e la rispettava. È stato maestro ospite nella mia scuola per 15 lunghi e meravigliosi anni. La sua ultima creazione per noi si chiama “Viaggio nella mente”, una canzone di Giorgia, un dono prezioso», spiega la Maglione.
L’altro quadro è stato dedicato alla Trajanova, Prima Ballerina dell’Opera Nazionale di Sofia, nominata in Bulgaria, “Artista Emerita”, donna estremamente dolce e amatissima, scomparsa neppure un anno fa. La maestra, in Italia fin dal 1982, ha seguito e perfezionato per tantissimi anni gli allievi de La Dance, impartendo loro le basi per la scena e per la vita: rigore e disciplina.
«Per noi insegnanti e per i nostri ragazzi è stato un vero onore potersi cibare del suo sapere. Custodiremo con affetto i suoi insegnamenti, nel tentativo di diffondere quello a cui lei teneva tanto e ripeteva sempre: non scoraggiarsi mai, lavoro, costanza e tenacia premiano sempre. Nel solco di questi grandi insegnanti auguriamo ai nostri allievi di danzare per tutta la vita, non importa dove e come ma di ballare e essere felici», aggiunge la Ceravolo.
E veniamo alla festa. Le maestre hanno diplomato tre allieve: Alessia Ferro, accompagnata dal danzatore professionista Davide Guzzo, ha danzato Esmeralda; Lucia Peluso, in coppia con il maestro e ballerino professionista Simone Liguori ha interpretato il gran pas de deux di Rhapsody. Infine, Emanuela Poto, insieme con Guzzo, ha raccontato la storia di colei che, così ribelle e ambiziosa, per amore era pronta a tutto: Manon.
Nella stessa sera spazio anche alle coreografie dei maestri resident Alessandra La Ferrara, Enny Celenta, Simone Liguori, Dario Ferrara e i maestri ospiti Massimiliano Scardacchi, Davide Raimondo, Salvatore Sica, Nunzia Sica.