La storia è quella di Andrea, un adolescente dolce,
sensibile e disperato per un amore difficile da dichiarare, che vive il dramma del
bullismo omofobico sulla spettacolare isola di Procida, richiamata più volte
durante il racconto e fatta ben immaginare al lettore grazie all’abile penna
narrativa di Gianfranco Iovino, un giornalista che vive a Verona ma che ha
vissuto i primi trent’anni della sua vita a Torre del Greco in provincia di Napoli.
É Il bullismo il tema su cui si concentra l’intera
narrazione, che il protagonista Andrea Stefani cerca di fronteggiare facendosi
forza sul sostegno incoraggiante delle sue due amiche del cuore e la presenza
di un inaspettato nonno aggiuntivo, in degenza presso una RSA dell’isola, che
si dimostrerà un sostegno morale fondamentale di cui il giovane protagonista si
ciberà continuamente pur di resistere alla cattiveria quotidiana perpetratagli
contro da un certo “Mocio”, suo coetaneo di scuola, che farà di tutto per
rendergli la vita un inferno, per il solo gusto didivertire i suoi adepti e
obbligare la vittima a onorare una promessa non rispettata.»
«Parlo di bullismo perché sta sempre più alimentando le cronache televisive ed anche perché lo conosco, avendolo subìto in età adolescente durante gli anni scolastici. Sono stato vittima di screzi di gruppo che però, fortunatamente, non hanno avuto la meglio su me e la mia caparbietà a non dover soccombere completamente, sapendo che ne avrei fatto un giorno virtù di quella determinazione a resistere, tollerare e sopportare senza reagire e rischiare il peggio su me. Ma i ricordi di quelle violenze sono ancora vivi, come le amarezze di quelli che ho letto su blog personali o assistito di persona a danno di tanti, troppi, ragazzi che, invece, si sono lasciati condizionare i pensieri, le azioni e il destino, isolandosi sempre più in una realtà parallela, nella quale ci si annulla e ci si spegne giorno dopo giorno, fino a sentirti morire dentro e cedere alla rassegnazione e la folle idea di non essere persona adatta a questo mondo, perché troppo insicura e vigliacca, di cui nessuno si importa se decidi di porre fine alla tua scialba esistenza con atti estremi, com’è il suicidio o l’isolamento definitivo da cui non si riemerge più se non con l’aiuto medico specializzato.»
Un problema sottovalutato quello del bullismo, secondo lei?«Assolutamente, sì. Noi lo definiamo criminale fino quando non diventa reato contro la persona, ma per provare a fermarlo prima c’è bisogno di anticiparlo con la ferma volontà di attenzionarlo il più possibile, partendo dai contesti familiari e aggregativi di massa, perché non è vero che il cyberbullismo esiste solo tra i corridoi di una scuola, ma ovunque c’è desiderio, voglia o bisogno di vincere noia e gelosie con atti così miserevoli quanto violenti.»
ABBRACCIAMI ha per protagonista Andrea, ci sono spunti autobiografici nel suo personaggio?«In alcune espressioni, come anche negli stati d’animo, conseguenza delle desolazioni che colleziona, ci sono tratti di me perché mi appartengono e riguardano la mia adolescenza, quando non conoscevo rimedio a come vincere la timidezza e la paura di affrontare i “cattivi”, preferendo fuggire o restarmene chiuso in casa e nascondermi tra le braccia di mia madre, che in quel gesto consolatorio mi ha fatto amare il senso che è racchiuso in un abbraccio, al punto da avergli dedicato il titolo di questo romanzo, oltre che cercarlo e regalarlo di continuo nel mio quotidiano, perché in una stretta di braccia sincera, se si resta in silenzio puoi sentire quanta forza ha il cuore nel battere contro il petto quella incredibile emozione, che solo l’abbraccio sa regalare.»
Procida è l’isola su cui si sviluppa l’intero romanzo. Il perché di questa sua scelta?«L’ho sempre amata, forse perché l’ho frequentata tanto da ragazzo, dato che tutta la famiglia di mio padre è di Pozzuoli e sceglievamo spesso di andare al mare su quest’isola, essendo la più vicina, ma anche perché nei miei anni da musicista ci ho vissuto tantissime belle serate da pianobar. Mi è nel cuore Procida, con i suoi colori e i suoi mille profumi, al punto da aver chiesto ed ottenuto il patrocinio letterario da parte del Comune di Procida che mi ha onorato e inorgoglito moltissimo.»
«Nel desiderio di dare quanta più voce possibile alla storia di Andrea, mi sono legato ad una associazione di Verona, GLI INVISIBILI APS, alla quale destino i diritti d’autore sulle vendite per contribuire nell’organizzazione e il sostegno di campagne di educazione e lotta al bullismo nelle scuole superiori del Veneto.»
La sua attività di presentazione e promozione volume la vede impegnato settimanalmente con tantissimi incontri nelle scuole, le biblioteche e i centri sportivi. Ci saranno attività anche in estate?
«Lo spero tanto. Il libro sta trasformandosi in uno strumento di dialogo e approfondimento pubblico sul tema del bullismo e la condizione degli anziani nelle case di riposo ed io ne sono felicissimo perché dà valore alla mia idea, che un libro è sempre da considerare un viaggio senza tempo e confini. Ci stiamo organizzando con l’editore Capponi nel programmare un calendario estivo di presentazioni e spero possa concretizzarsi anche una tappa a Procida e proseguire a parlare di Andrea, le sue pene d’amore, la battaglia quotidiana contro il bullismo e l’importanza di poter contare su un amico inaspettato, pronto ad infondergli coraggio e ardimento, e quando mancano le parole giuste, aprire le braccia e difenderlo in una forte stretta.»