Milano, gennaio 2024. Comunemente note come piaghe da decubito, definizione ormai superata, le lesioni da pressione sono aree di danno tessutale della cute e/o dei tessuti sottostanti causate principalmente da pressione, forze di stiramento e/o frizione esercitate su specifiche aree del corpo, ma anche da fattori estrinseci uniti al quadro clinico generale del paziente. Insorgono nei soggetti particolarmente fragili o persone immobilizzate per lunghi periodi di tempo, come gli anziani o i pazienti su sedia a rotelle.
Le lesioni da pressione interessano soprattutto il tessuto cutaneo in corrispondenza delle prominenze ossee: tra le più diffuse, talloni, gomiti e osso sacro nel caso di posizione supina, ma anche fianchi, scapole, gomiti, guance e naso, sempre in base alla posizione tenuta. Tuttavia, è bene ricordare che le cause sono molteplici, e il decubito non è che una di esse.
Le categorie di gravità
Le lesioni da pressione possono variare in gravità e sono classificate in quattro categorie, dalla più lieve alla più grave. La Categoria 1 mostra un eritema, ma la pelle è ancora integra. La Categoria 2 presenta una parziale perdita dello strato epidermico, ma senza esposizione del tessuto sottocutaneo. Nella Categoria 3 c'è una significativa perdita di tessuto sottocutaneo, ma senza coinvolgere muscoli o ossa. Infine, nella Categoria 4 si ha l'esposizione di muscoli, tendini e ossa.
Sono state inoltre individuate due ulteriori classificazioni:
- lesioni non stadiabili: che hanno una perdita di tessuto a tutto spessore in cui la base della lesione è ricoperta da escara dura o molle;
- sospetto danno profondo: un'area localizzata di color porpora o marrone con cute esterna che si presenta integra.
In conclusione, le lesioni da pressione sono un problema che richiede attenzione e consapevolezza, specie per le persone anziane o con mobilità limitata: la prevenzione e il ricorso ad appositi sistemi antidecubito possono davvero fare la differenza.