Dott. De Liguoro, dietro a ogni medico c'è una storia. Come è iniziata la sua avventura nella medicina e cosa l'ha motivata a diventare medico di famiglia?
Sin da ragazzo desideravo diventare medico, ma non avevo familiari che fossero nel ramo, né conoscevo le dinamiche che mi avrebbero potuto favorire nei piani di studio da scegliere. Era per me e la mia famiglia, un mondo completamente sconosciuto, ma nel quale ero desideroso di farne parte.È innegabile, che con questi presupposti, sia stata per me un’avventura, una scalata di una montagna priva dell’equipaggiamento adatto, ma che alla fine, come ho scritto in una pagina del libro, mi ha consentito comunque di applicare sulla vetta, l’agognato vessillo del mio traguardo. E dopo anni di gavetta, ho raggiunto un successo professionale insospettabile.
Nel corso degli anni, ha ricoperto diversi ruoli nella sanità. C'è un momento particolare o una storia che vorrebbe condividere, che l'ha toccata personalmente nella sua carriera medica?
Mah, non saprei, ciascun momento è servito per formarsi. So solo che non in tanti si sarebbero licenziati da un ospedale o avrebbero rifiutato l’attività di specialista ambulatoriale: io desideravo diventare un medico di famiglia, moderno, con idee nuove e tutto sommato, oggi, all’alba del mio pensionamento, credo di esserci riuscito. Basti pensare che nel mio territorio sono stato il primo ad utilizzare un software per la stampa delle ricette; un programma artigianale, creato da me, in MSDOS. Solo dopo qualche anno il Ministero della Sanità ha incentivato l’informatizzazione in medicina, rendendola poi obbligatoria. Un ricordo che mi appassiona tanto e l’aver realizzato in Italia le prime videoguide per i medici, che all’epoca erano seguitissime e mi consentivano di essere seguito da migliaia di medici dell’intero territorio italiano. Ricordo con orgoglio, che in uno dei primi convegni del Sindacato Fimmg, in Sardegna, a Villasimius, un gruppetto di medici siciliani vollero farsi una foto con me, trattandomi come una celebrità, perché avevo realizzato una videoguida sulle certificazioni di malattia telematiche e che erano state, a loro dire, utilissime. Veramente una soddisfazione, ripensandoci a distanza di tanti anni.
Oltre alla medicina, è coinvolto anche nel giornalismo. Come ha sviluppato questa doppia identità di medico e giornalista e qual è l'aspetto più appassionante di entrambe le attività?
Dai primi anni di medicina ho fatto giornalismo. Curavo da studente universitario una rubrica radiofonica su una radio locale di Torre del Greco, Radio Amica, che trasmetteva sui 97.300 MHz, e sono stato uno dei primi in Italia, una volta diventato medico, a registrare delle Videoguide per i medici, sull’utilizzo dei software professionali, tuttora molto utilizzate dai giovani professionisti. Poi, negli anni successivi, abbandonato il microfono radiofonico, sono passato alle telecamerr, fondando medicoTV, poi successivamente divenuta webTV 1 e che mi dà tuttora tantissime soddisfazioni. Tenga presente che la nostra webTV1 è accreditata dalla Lega Calcio Serie A e ciò mi consente di coniugare professione e passione, essendo un grande tifoso del Napoli Calcio. Poi, quale medico-giornalista, sono stato nominato responsabile della comunicazione del Sindacato Fimmg Napoli, del quale curo il sito come webmaster. Insomma la doppia identità, di medico e giornalista, sono riuscito a farle coesistere, suddividendo la mia giornata in fasce orarie per seguire l’una e l’altra attività.
Siamo entusiasti di sapere che è stato selezionato per Casa Sanremo Writers 2024 con il suo libro d'esordio. Cosa l'ha ispirata a scrivere e come si sente riguardo a questa nuova avventura letteraria?
L’essere stato selezionato a Casa Sanremo Writers mi comporta una grossa responsabilità, ovvero cercare di allargare la fascia di lettori del mio Stupi.Diario – Il mio cassetto della memoria”, a quanta più gente possibile, soprattutto al di fuori dei miei confini territoriali. È questa è la mia più grande aspettativa. Ma ovviamente dopo Sanremo punterò al Salone Internazionale di Torino e così via: quest’avventura di scrittore mi intriga moltissimo.
Lei è direttore responsabile di diverse testate giornalistiche telematiche. Come ritiene che i media possano contribuire a promuovere la salute e il benessere della comunità?
Come ho potuto affermare in un’altra intervista, il ruolo dei media è fondamentale per innalzare il livello conoscitivo sulla salute della gente. C’è ancora troppa incredulità sul valore dei vaccini, sull’inutilità e dannosità del fumo, sull’importanza dell’utilizzo di cibi naturali, sull’uso spropositato di taluni farmaci, il pericolo degli alcool e certamente non per ultimo il danno che creano le droghe, soprattutto quelle sintetiche, tanto utilizzate dai giovani.
La formazione continua è una parte importante della sua carriera. Perché ritiene che sia così fondamentale per i professionisti della salute?
Un medico non smette mai di studiare, c’è sempre da imparare e la pandemia da SARS-Cov-2 ne è stata una dimostrazione. Eravamo tutti, a livello mondiale, impreparati ad affrontarla e le statistiche, dure ed inesorabili, confermano che nell’intero pianeta terra sono morte direttamente o indirettamente per il Covid circa sei milioni e mezzo di persone, con 605 milioni di contagiati, numeri da pelle d’oca. E state pur certi, che un’adeguata conoscenza, un modo di affrontare correttamente le prime epidemie, avrebbe impedito il diffondersi di tale lutto. Io ricordo in modo indelebile l’assurdo di far disputare una partita di calcio di Champions League a Milano, a febbraio, tra Bergamo e Valencia, e poi dopo meno di un mese, se ricordo bene il 18 marzo del 2020, vedere quella colonna di camion dell’Esercito che trasportavano le bare dal cimitero di Bergamo. Una casualità, non credo proprio!
Essendo Tutor valutatore per tirocini e corsi di formazione, qual è il consiglio chiave che offre ai nuovi medici e agli aspiranti scrittori che si rivolgono a lei per orientamento?
Può sembrare ovvio, ma non lo è: studiare ! Aggiornarsi sempre, perché la Medicina è in continua evoluzione e rimanere sempre con i piedi a terra. L’errore è sempre dietro l’angolo ed i pazienti, qualunque paziente, è pronto a puntare il suo dito accusatorio contro di te, alla prima occasione Io l’ho riscontrato in tanti anni: con alcuni pazienti puoi essere sempre disponibile, gli risolvi più di un problema, in qualche caso diventi addirittura suo complice, però un giorno questi ti richiede un farmaco o un accertamento che tu non puoi prescrivere, perché limitato da regole, e lui senza alcun segno di riconoscenza, ti abbandona e ti cambia con un altro collega più accondiscendente, dalla sera alla mattina. Il grazie, per alcuni di essi, non ti è dovuto e questo in tante circostanze, ti lascia l’amaro in bocca. Ma, purtroppo, funziona così.
Grazie per il suo tempo, Dott. De Liguoro. C'è qualcos'altro che desidera condividere con i nostri lettori?
Innanzitutto Vi ringrazio per lo spazio dedicatomi. Vi invito solo a leggere il mio volumetto, “Stupi.Diario – Il mio cassetto della memoria”, vedrete non ne sarete delusi. Scoprirete un lato di ciascun medico a volte non conosciuto e probabilmente avrete una maggiore considerazione anche del vostro medico di famiglia, al quale da sempre affidate la vostra salute e quella dei vostri figli.