Alexithymia è il nuovo album del pianista Vittorio Solimene, in uscita venerdì 13 ottobre e pubblicato dalla Wow Records.
Venerdì 27 ottobre, alla Casa del Jazz di Roma, è in programma il concerto di presentazione, insieme alla formazione al completo, composta, oltre che da Vittorio Solimene al piano, anche da Lorenzo Simoni al sax alto, Alessandro Bintzios al contrabbasso e da Michele Santoleri alla batteria.
Classe 1998, di origini napoletane ma romano d’adozione, Vittorio Solimene firma 9 brani originali in questo suo secondo album (dopo il debutto di Urlo Piano del 2019 per Auand), con una nuova formazione in quartetto dallo spettro sonoro ampio e variegato, che spazia da momenti quasi cameristici e picchi dinamici elevati, rendendo l’ascolto coinvolgente ed evocativo.
Il significato della parola Alexithymia viene dal greco e significa “emozioni senza parole”. Ed è proprio da questo concetto che si basa tutta la struttura dell’album. L’intenzione di Solimene, infatti, è quella di raccontare in musica storie “mute”, emozioni pure, ricordi, sensazioni ed esperienze in cui il parlato non è presente.
Tutte le composizioni si sono sviluppate partendo dal titolo, da un’idea concettuale ed emotiva, lasciando poi fluire le emozioni. L’incipit, quindi, non è mai nato da un’idea tecnico-musicale.
Singolare anche la scelta della formazione, fatta con il preciso di intento di scegliere e far incontrare musicisti che non avessero mai collaborato prima tra loro, compreso Solimene, affinché si mettessero in ascolto e a disposizione di un’esperienza nuova.
Nascono, e si svelano, così le varie storie contenute in Alexithymia: “The Old Man in Estella” è dedicata al ricordo all’incontro casuale lungo il cammino di Santiago con un anziano signore con appesa allo zaino la foto di una persona cara; “Ensrosadira” è dedicata al colore roseo di cui si tingono le dolomiti al tramonto; “And the Sun Rises” è la sensazione della prima aria fresca all’alba, o alla fine della notte, e così via le altre.
Alexithymia è il frutto di un lavoro sincero e autentico, dove la musica è “cucita” attorno al racconto senza filtri, in modo da rendere la comunicazione fra musicista e ascoltatore più limpida possibile.