Lo spettacolo è una riduzione teatrale del libro di Sheyla Bobba, una raccolta di lettere di donne che hanno sofferto per amori sbagliati, o forse perfetti, ma che in qualche modo si sono trasformati in circoli viziosi: inquinate e indelebili esperienze. L'odio contrapposto al più nobile dei sentimenti lascia strascichi sanguinanti in cuori carichi d'amore.
Le InAmabili sono donne che si sono disintossicate, liberate o forse donne che non riusciranno mai a colmare il vuoto generato. Brevi scene che lasciano allo spettatore la ricerca della chiave per comprendere come non esista donna senza interrogativo o passione. Sfoghi di persone semplici che mai saranno semplici donne.
Come in un coro greco queste donne, protagoniste dello spettacolo riassumono in un canto epico e poetico l'eterno dilemma tra la paura e il bisogno d'amare.
In scena sei donne diverse per età, cultura, estrazione, accomunate dall'incontro col sentimento più profondo che alberga nell'animo umano: l'amore. Sia esso quello carnale rappresentato dagli incontri con un tipo d'uomo stereotipato, interpretato da un unico attore, sia esso il desiderio, per un altro corpo... Uomo o donna che sia... O quello più astratto e salvifico, quello per se stessi e per gli altri, non più visti come mezzi per vivere se stessi, ma come persone degne d'affetto e attenzioni.
Nella prima scena, la InAmabile di turno si scontrerà con la violenza, il possesso, la coercizione, ossia quella forma di rapporto che mai bisognerebbe chiamare amore.
La seconda InAmabile ci mostra un evento che per certi versi la nostra società non è ancora riuscita a codificare ossia l'amore virtuale. Un amore nato sul web e che unilateralmente si rifiuta di diventare reale... Una situazione che può frustrare fino alla follia...
La terza è una storia semplice, ma al tempo stesso vera e drammatica: la storia di un grande amore, uno di quegli amori che sembrano perfetti fino a quando ci si accorge che qualcosa è cambiato, la voglia, gli obbiettivi, le speranze... “Devi tornare a essere quella di prima” una frase che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire in un rapporto...
La quarta è una donna che ha deciso di fare i conti col proprio passato e in un rito catartico ripercorre e ringrazia gli uomini della sua vita per essere passati e averla trasformata, nel bene e nel male, in ciò che è.
La quinta donna viene sconvolta dalla paura di non conoscere più se stessa. Attraverso l'attrazione per un altra donna scopre che fino a quel momento della sua vita ha confuso il sesso con l'amore, il desiderio con l'interesse vero e autentico per un altro essere umano.
L'ultima scena è una summa e una rivelazione. Si può essere tutte queste donne, ripercorrere le vite di ognuna, scoprire che in noi stessi risiede anche l'uomo o la donna della nostra vita, possiamo innamorarci di noi stessi eppure ricadere sempre negli stessi errori fino a quando non capiremo che gli altri sono prima di tutto esseri umani degni del nostro amore.
In scena Manuela Athena, Giorgia Fabiani, Raffaella Fiumi, Laura Laurini (che sostituisce Antonella Mattioli), Marta Marino, Fosca Speranza e lo stesso Simone Precoma.
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Teatro San Leonardo - Via Cavour, 9 Viterbo