Incontriamo l’artista Marco Angelo Pepè in occasione dell’uscita del suo libro “Arte Aliena”, una testimonianza personale che ci introduce ad una visione del mondo in contatto con altre dimensioni, ripercorrendo episodi chiave della vita dell’artista.
1. Ha da poco pubblicato il suo libro “Arte Aliena”, ce ne vuole parlare?
Sintetizzo. Da quando io ho memoria vivo esperienze fuori dalla consuetudine e credo che, inconsciamente, questo sia stato il motivo per cui già in tenera età disegnavo sui muri utilizzando una simbologia a me sconosciuta. Fino ad arrivare nel 2008 a questa esperienza ufologica, che come le altre esperienze di vari campi dimensionali ha cambiato il percorso della mia vita. Come le precedenti esperienze, si sa com'è, le ho sempre tenute nascoste. Oggi mi espongo così perché un 'qualcosa' ha deciso di rompere il silenzio e questa comunicazione, che viene trasmessa tramite la mia arte, non può più stare muta. L'uomo dovrebbe iniziare non a guardare il cielo, ma dentro di sé, in qualsiasi direzione. Così ho deciso di comunicare l'origine della mia 'Arte Aliena'.
2. Come si è avvicinato all’arte?
L'unica risposta che mi viene da dare, citando Picasso, quando un giornalista gli formulò una domanda simile lui rispose:" Perché non chiede ad un passerotto perché canta?".
3. Quali sono stati gli episodi più rilevanti della sua vita che hanno influenzato il suo percorso artistico?
Ho avuto la necessità in ogni periodo della mia vita di esprimermi tramite l'arte. Una vita emotivamente segnata dall'infanzia e ancor oggi persiste il malessere che si trascina, ma preferisco il no comment al momento... posso intuire che anch'esso fa sicuramente parte del mio percorso artistico. La mia protezione e salvezza è stata proprio in primis entrare in rapporto con altre dimensioni e a sua volta esprimerle sui muri già in tenera età. So che sono protetto da entità esterne, che mi accompagnano da quando ricordo.
4. Come definisce la sua arte e quale significato le attribuisce?
Il 70 % della mia arte è una continua comunicazione inconscia e a volte con la presenza di un mio protettore, che non saprei come definire se non Alieno, ma di certo non un'anima di qualche caro scomparso. Si riconosce la grandezza energetica della presenza, che io ricordo essersi manifestata la prima volta circa all'età di 8 - 9 anni e periodicamente in tempi anche distanti. Arriva soprattutto mentre sono davanti ad una tela in certi orari notturni, e da lì mi lascio guidare. Quindi chiudo confermando che è un esprimere di comunicazione che arriva a tempo dopo la spiegazione.
5. Cosa lo ha spinto a scrivere questo libro e cosa vorrebbe trasmettere al lettore?
Io sono un mezzo come tanti altri a prepararvi che a breve si convivrà con altre razze qui sulla terra. Qualcuno me lo fa fare! E non ho più paura del pensiero di chi è cieco e di chi non sa e crea disordine e chi ne trae potere. ..molte mie opere sono Comunicazioni e a loro volta protezione.
6. Pensa che il libro possa essere d’aiuto a quanti come lei sentano il bisogno di trovare delle risposte circa la possibilità di una vita extraterrestre?
Ho compassione delle popolazioni che vivono in confusioni creategli da entità da respingere. E colgo l'occasione di dire che Dio è al disopra di qualsiasi entità esistente e di qualsiasi entità creata dalla massa ...!
7. Programmi per il futuro?
Il mio programma costante è lasciare libertà a me stesso di creare spontaneamente elementarmente ogni mia totale espressione artistica, con la costante preparazione al mio passaggio successivo dopo la vita terrena e lasciare qui ciò che era il mio compito.