“Striscia la notizia”, tra i notiziari più seguiti della televisione italiana, viene più che coerentemente denominato con l’appellativo di “tg satirico”. Una definizione che sembra calzare perfettamente con la linea editoriale proposta da Antonio Ricci e dai suoi collaboratori.
Il problema, tuttavia, si pone proprio in tutte quelle situazioni in cui i giornalisti di “Striscia”, nel tentativo di portare avanti lo spirito della trasmissione, si lasciano scappare la mano con eventuali supposizioni infondate. Esattamente quello che accadde a Vittorio Brumotti in occasione di un servizio lanciato nell’aprile 2020, in piena emergenza pandemica.
L’inviato, nello specifico, si era recato in zona Stazione Centrale di Milano per far luce su quello che, stando alle sue fonti, avrebbe dovuto essere “il campo base della bamba“. In altri termini, una zona di spaccio che non aveva cessato la sua attività nemmeno a fronte dello scoppio della pandemia. Durante il servizio, tuttavia, accadde qualcosa di sconveniente che, stando ai recenti sviluppi, ha costato a Brumotti e alla trasmissione di “Striscia” una richiesta di processo.
Caos a Striscia la notizia, Vittorio Brumotti rischia davvero grosso: finirà a processo Durante quel famigerato servizio, trasmesso il 14 aprile 2020, Vittorio Brumotti si era appostato proprio di fronte a quel negozio che, a suo dire, era insindacabilmente “il campo base della bamba“. Le perquisizioni degli inquirenti, allertati dalla segnalazione di “Striscia”, hanno tuttavia contribuito a smentire le supposizioni dell’inviato. In quel negozio, come i controlli della polizia hanno abbondantemente dimostrato, non si erano mai verificati traffici di droga o operazioni affini. Un grande smacco per il tg satirico, ma ancor più per la proprietaria dello stabile che, in realtà, vendeva semplice cannabis light. Un vero e proprio danno d’immagine per il negozio milanese, che non ha esitato a contrattaccare con durezza al comportamento tenuto dalla redazione di “Striscia”. La proprietaria dell’attività, che ha denunciato Brumotti e il direttore di Canale Cinque per diffamazione – nel servizio, il logo del negozio non era oscurato come, all’opposto, avrebbe dovuto essere -, è parsa decisa ad andare fino in fondo alla questione. Motivo per il quale, a distanza di tre anni, il “fattaccio” si è risolto tramite la richiesta di un processo. La proprietaria, nello specifico, ha lamentato “un grave danno di natura patrimoniale, extrapatrimoniale e d’immagine“, per il quale “Striscia la notizia” dovrà rispondere nelle sedi opportune. La negligenza di Brumotti , in questo particolare frangente, potrebbe costare cara al tg satirico.
Fonte notizia
www.ilgiorno.it milano cronaca vittorio-brumotti-processo-1.8451437