Si è tenuta il 16 dicembre alla Fabbrica del Vapore di Milano l’inaugurazione della mostra Dopo il botto, dedicata alle opere di Michele Rech, in arte Zerocalcare, allestita da Arthemisia. L’esposizione, visitabile fino al 23 aprile 2023, ripercorre l’intera carriera del fumettista romano attraverso oltre 500 tavole originali, video, bozzetti e illustrazioni che coprono l’intero arco della sua produzione ventennale: dalle prime vignette umoristiche degli anni adolescenziali fino alle più mature e impegnate graphic novel di oggi (sempre caratterizzate dalla solita verve ironica e irriverente), passando per il grande successo di Strappare lungo i bordi, la serie realizzata per Netflix nell’autunno dell’anno scorso (enorme successo e grande vetrina internazionale, che fa seguito alla crescente notorietà in patria).
Dopo il botto accoglie in sé due anime, entrambe facce della stessa medaglia: da un lato i suoi protagonisti, archetipi di un portato simbolico esistenziale in un contesto sempre più difficile da vivere; dall’altra ricorda ai visitatori che è ancora possibile “fare un pezzo di strada assieme” riunendosi attorno a passioni e valori collettivi. Un’esibizione che rappresenta un inno alla resistenza e alla volontà di ripensare la società correggendone le iniquità che la affliggono. Dai combattenti per la libertà di Kobane alle proteste dei detenuti e dei lavoratori che lottano per condizioni di vita e salari più dignitosi in Italia, passando per le riflessioni sul proprio ruolo nel mondo, sull’inadeguatezza nella società, e sulla necessità di confrontarsi con il tempo che passa; ci sono tutte le tematiche care all’artista rebibbiano e i personaggi che hanno accompagnato i suoi lettori nel corso degli anni. La mostra è articolata come un percorso all’interno di un’immaginaria città post-apocalittica composta principalmente da palazzi devastati, simbolo di come le vite di tutti siano cambiate in seguito alla pandemia; i personaggi storici delle opere di Zerocalcare, da Secco a Cinghiale, dall’Armadillo a Lady Cocca, sono gli abitanti di questa città apparentemente disastrata, che tuttavia mantiene fuochi di vitale resistenza.
L’esposizione si snoda poi in due “mondi”, uno esterno e uno interno al disegnatore: il primo si focalizza sugli incontri fatti dall’autore, gli ambienti da lui frequentati, e le battaglie umanitarie portate avanti dai rappresentanti di differenti categorie umane da lui conosciuti; il secondo si concentra maggiormente sul suo vissuto interiore, il senso di inadeguatezza e le angosce condivise con il proprio pubblico, sempre raccontate con sensibilità, brillantezza e ironia. Chiude il percorso una carrellata sui santi protettori ritratti sui pannelli laterali, figure importanti nella vita di Zero; non solo quelli che hanno sacrificato la propria vita, ma anche quelli che lottano quotidianamente per trovare un posto nel mondo.
“L’idea di raccogliere l’intera produzione di Zerocalcare in una mostra è nata durante il lockdown di marzo 2020”, racconta Giulia Ferracci, curatrice della mostra. “Sentivamo il bisogno di regalare al pubblico un’esperienza immersiva e potente che favorisse al tempo stesso una riflessione su come mantenere il contatto con la realtà e costruire una società più attenta ai bisogni delle persone in seguito ad un evento così nefasto. Abbiamo scelto Milano come prima tappa perché Michele condivide un legame importante con la città; infatti qui si trova la sede della Bao Publishing, la casa editrice che fin dall’inizio ha pubblicato le sue opere in formato volume”.
Il periodo della quarantena, narrato da Rech in vari racconti, rappresenta per l’autore anche l’inizio di una svolta sotto il profilo prettamente artistico; proprio a cavallo fra il 2020 e il 2021 inizia a sperimentare l’utilizzo della matita a mina blu non fotografica, strumento molto diffuso fra i disegnatori di cartoni animati in quanto ha la particolarità di sparire dagli scanner, risultando quindi molto agevole per la realizzazione di schizzi preparatori che verranno successivamente elaborati digitalmente. “Possiamo definirlo quindi l’inizio del periodo blu di Zerocalcare”, chiosa simpaticamente Ferracci, con l’augurio che sia artisticamente proficuo come la prima parte della sua produzione.
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www.arthemisia.it it zerocalcare-milano