Shanti De Corte, la ragazza sopravvissuta all'attentato dell'Isis a Zaventem nel 2016 é morta, uccisa psicologicamente da quella terribile tragedia che non è riuscita mai a dimenticare.
Era una ragazza fragile ed emotiva; all'epoca dell'accaduto aveva 17 anni; si era promessa di farsi coraggio dopo aver assistito a quella terribile tragedia che l'ha coinvolta, sia fisicamente che psicologicamente. Ma più il tempo passava più Shanti si sentiva crollare emotivamente e psicologicamente; non riusciva a controllare più le sue emozioni e non rispondeva più ad alcuno stimolo positivo.
La vita della giovane ragazza fu segnata quel maledetto giorno del 22 marzo del 2016 quando alcuni kamikaze si fecero esplodere all'aeroporto di Zaventem e alla stazione della metro di Maelbeek a Bruxelles. Shanti era lì in compagnia di altri 90 ragazzi pronti a partire per una gita scolastica a Roma. Un giorno felice da trascorrere in maniera spensierata si trasformò subito in una immane tragedia. Pianti, urla e grida strazianti, feriti e morti dappertutto. Quella scena orribile davanti alla quale la giovane Shanti si era promessa di superare con volontà d'animo, purtroppo l'ha segnata profondamente, costringendola ad andare più volte in cura dagli psichiatri.
Non riusciva a dormire e non trovava più un giusto equilibrio per la sua vita. Veniva spesso colta da improvvisi attacchi di panico che la lasciavano senza respiro; stati di ansia ed agitazione continua. Non provava più alcuna emozione positiva. I medicinali erano divenuti il suo pane quotidiano: prendeva all'incirca 12 antidepressivi al giorno che l'avevano ridotta come un fantasma. Con il passare del tempo però la cura farmacologica non riscontrava più alcun effetto. Perciò decise che l'unica strada alternativa era la morte che, già per due volte precedentemente aveva cercato con il suicidio. Così, nonostante le sue continue insistenze che erano diventate un vero e proprio delirio, ottenuto il permesso anche degli psichiatri che la seguivano Shanti De Corte si lascia morire con una iniezione letale il 7 maggio scorso. Sul suo profilo Facebook in uno degli ultimi post aveva scritto: " ho riso e pianto fino all'ultimo giorno. Ora me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate".
Il caso di Shanti è stato portato alla ribalta delle cronache nell'ultimo periodo per le critiche mosse da alcuni neurologi circa la possibilità di poter aiutare la giovane ragazza ad uscire da quella sofferenza psichica, evitando cosi che andasse inevitabilmente incontro alla morte. Ma la commissione federale responsabile del controllo ha per ora chiuso il caso affermando che la legge è stata pienamente rispettata; che la ragazza era in un totale stato di sofferenza mentale irreversibile e che quindi la sua domanda è stata per ovvie ragioni logicamente accettata.
