13 Agosto 2022, è passato ormai piu’ di un anno da quando il piccolo Marco è stato strappato dalle braccia di mamma Laura mentre i due erano in vacanza nella loro casa di campagna vicino Roma: era il 26 luglio 2021. Nonostante le patologie croniche del bambino per cui erano stati depositati pareri medico-legali in cui si prevedevano evidenti aggravamenti delle patologie se il piccolo fosse stato sottratto alle cure ed all’amore materno, Laura e suo figlio non sono stati aiutati e protetti da nessuno. “Il decreto era stato emesso dal Tribunale dei Minori di Roma il 19 luglio 2021, ben una settimana prima del tragico momento ma i miei difensori del tempo non monitorarono lo storico telematico del fascicolo e così non mi misero a conoscenza dell’emissione del decreto. I poliziotti sono entrati in casa con un atto di perquisizione, un atto abnorme per cui la Costituzione prevede immediato ricorso in Cassazione. Cosa che non è stata fatta, nessuno mi informò di questo; fu impugnato soltanto al Riesame senza utilità, solo provocandomi una condanna alle spese”. Così racconta Laura, che ancora ricorda: “In quei momenti drammatici ero in videocollegamento telefonico con uno dei miei difensori, spiegai che non mi avevano notificato nessun decreto e che non erano presenti né l’assistente sociale né il tutore. L’allontanamento poteva e doveva esser bloccato dal mio avvocato ed invece nulla, SONO STATA LASCIATA SOLA!!”. Laura non si dà pace, racconta di come i bambini non ricevono medesima tutela né prima né dopo l’allontanamento, spiega che per suo figlio non sono state coinvolte figure istituzionali come il Garante delle persone prive della libertà personale così come è avvenuto per un’altra madre portando positivamente all’evitamento della forza pubblica, senza sfondamento di porte. La vicenda di Laura è in carico alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio dal febbraio 2021 ma nessun aiuto concreto è arrivato per suo figlio, nonostante la constatazione delle falle giudiziarie che caratterizzano la vicenda. “Da mesi invio quasi settimanalmente aggiornamenti alla Commissione ed alla sua Presidente Valente sulla situazione di mio figlio e sulla violenza istituzionale che sto subendo per mano del Tribunale dei Minori di Roma. Mai nessuna risposta, nessun aiuto, nonostante mio figlio abbia addirittura perso la vista in questo anno di permanenza extra-familiare. La Presidente, durante un evento pubblico online cui io partecipai qualche mese fa, si impegnò a scrivere al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri (tutore di mio figlio) ma, appreso che lo stesso era stato denunciato i primi di maggio proprio per la sopraggiunta diagnosi di cecità parziale di mio figlio, questa lettera non si è mai concretizzata” riferisce Laura. E, mentre i mesi scorrono veloci, il piccolo Marco è ancora privato anche solo di una parola d’affetto della sua mamma.
Da mesi Laura non riesce nemmeno ad entrare in possesso della Cartella sociale di suo figlio; a febbraio scorso ne chiese copia per mezzo di formale richiesta di accesso agli atti, diritto di accesso perfezionatosi lo scorso giugno a seguito di richiesta di riesame al Difensore Civico. Ma nonostante ciò, la Direzione socio educativa del Municipio VII di Roma continua a rifiutare la consegna della documentazione di cui Laura ha diritto! Impedendo dunque anche il diritto di difesa di Laura e suo figlio!! Addirittura, dopo essersi personalmente recata presso gli uffici municipali il 28 giugno scorso, Laura è stata persino sfacciatamente invitata dal Direttore municipale a sporgere denuncia per avere i documenti spettanti e fare ricorso al TAR!!
Dal Tribunale dei Minori di Roma nessun cenno di tutela nei confronti di questo bambino innocente e di questa madre. Addirittura il Tribunale ha rinunciato, immotivatamente, a svolgere quella CTU disposta nel gennaio 2022 dallo stesso Tribunale!! Laura ed il suo difensore hanno chiesto la ricusazione dei magistrati incaricati ma anche tale atto è stato rigettato! Interessanti soprattutto le motivazioni, della cui logica si lascia libera interpretazione ai lettori: l’istanza di ricusazione è apparsa tardiva perché doveva esser presentata due giorni prima dell’udienza, peccato che l’ultima udienza risale solo al 17 febbraio 2022! Seconda motivazione: la ricusazione doveva esser comunque presentata nei mesi passati, cioè nei mesi in cui dovevano ancora accadere e concretizzarsi i fatti per cui si è chiesta la ricusazione, con poteri dunque da veggenti! E palese è la fretta di chiudere il procedimento in un’ottica monogenitoriale paterna di totale esclusione ed alienazione materna, tanto che si è persino reso necessario ricordare al Tribunale che dopo la ricusazione occorre riassumere il procedimento prima di poter emettere qualsiasi decisione!! Una chiara dimostrazione della volontà del Tribunale minorile di sovvertire le norme codicistiche in favore di un unico genitore, calpestando quel diritto alla Bigenitorialità del bambino per cui la figura paterna richiese la casa famiglia per il proprio figlio!!
Persino la Garante dell’Infanzia del Lazio, per mezzo della sua collaboratrice, interpellata telefonicamente per sollecitare un intervento deciso a garanzia dei diritti del bambino (diritto alla salute, diritto di mantenere contatti con i nonni, ecc.) così come prevede la legge regionale istitutiva del Garante, ha indicato a mamma Laura di non riporre aspettative sulla Garante!
Mentre tutti sono in vacanza, sotto gli ombrelloni o in montagna, una mamma ed un bambino sono separati da piu’ di un anno e da circa 11 mesi non hanno piu’ alcun contatto nemmeno telefonico; Laura da tre mesi non ha nemmeno piu’ notizia alcuna sulle condizioni di salute del proprio figlio, il Ministro della Salute Speranza è informato della vicenda ma nessun riscontro ha fornito nemmeno alla richiesta inviata dal Comitato Scientifico Protocollo Napoli.
E a nulla è servito rivolgersi alla Presidente della Commissione Pari Opportunità regionale del Lazio rappresentando le violazioni subite come donna e come madre; la Commissione non può intervenire.
Tra belle parole, propaganda politica e webinar vari NESSUNO si sta occupando realmente di questo bambino e di questa mamma, di un bambino reso cieco e sottoposto a manipolazione psicologica per dimenticare la mamma, rinchiuso in una struttura comunitaria di Torvaianica supportata dalla Chiesa Valdese e con evidenti legami politici; non sono certo un mistero alcuni video online che mostrano l’amicizia tra rappresentanti istituzionali locali e l’ex presidente della struttura!
Perchè nessuna figura istituzionale si assume la responsabilità concreta di supportare questa madre ed agire concretamente a difesa di un bambino innocente? Perchè le politica tutta non si indegna per questa madre e per la violenza istituzionale che sta subendo insieme a suo figlio? Perchè chi tanto ha fatto per altre donne, nel caso di Laura non muove un dito? Perchè il bambino di questa madre non è stato salvato come avvenuto, invece, in altro noto caso gestito dagli stessi avvocati? Perchè Laura non è stata assistita legalmente come doveva prima che suo figlio le venisse strappato?
Purtroppo non si hanno risposte a queste domande, si prende solo atto che i poveri bambini innocenti sono oggetto per guadagnare visibilità e sfilare fotograficamente accanto a madri disperate.