soli fini pubblicitari è la negazione di quella libertà di espressione su cui si fonda l’Ue. Per questo motivo la pubblicità utilizzata per la campagna dell’Anno Europeo dei Giovani 2022, affidata a una giovane donna con l’hijab, non può far altro che accentuare le discriminazione nei confronti di queste donne. L’Ue pensi piuttosto a difendere i principi tutelati dalla Carta dei suoi diritti fondamentali. Per farlo prenda spunto dalle tante le storie di parità di tante giovani europee. Ricomprendere nel nostro perimetro culturale il volto o la testa coperta stride con la libertà delle donne per raggiungere un’effettiva parità. Appartiene forse a un nuovo Stato di diritto, al quale l’Europa vuole aderire, la negazione del corpo delle donne? Perché se fosse così allora il prossimo dibattito potrebbe riguardare la comparazione tra lo Stato di diritto e la Sharia. Già le donne di tutto il mondo vedono arretrare pericolosamente le lancette dell’orologio delle loro conquiste di libertà e parità. Questa maldestra comunicazione della Commissione europea dobbiamo intenderla come uno scherzo o un avvertimento? Che l’abbia promossa una donna commissario è quantomai imbarazzante”.
Così in una nota Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare della Lega.
Fonte notizia
annabonfrisco.eu