I social media sono un’invenzione positiva o negativa, rappresentano un'esca per gli esseri umani? Ne parla un articolo pubblicato dall'agenzia Ansa.
Di sicuro si tratta di un'astrazione della vita sociale, potremmo definirla un simulacro.
Le invenzioni dovrebbero venire in aiuto dell'umanità, ma che succede se si trasformano in strumento di controllo e di potere, se invece di servirti ti riducono all'asservimento? Possiamo riparare ciò che è già distrutto e ritornare a socializzare in modo più semplice e umano ora che il guasto è fatto? Fondamentale per riparare qualcosa è la possibilità e la capacità di riutilizzare il riutilizzabile, magari ricomponendo nel modo adeguato l'oggetto fracassato dopo averlo ripulito. Appare evidente che no, questo procedimento non è applicabile ai canali social che ci propongono e ripropongono articoli superficiali, offerte ottuse per spettatori confusi. La partecipazione alle piattaforme social spesso si traduce nell'epic fail del nostro desiderio di socializzare.
Navigando nel web alla ricerca di quelle che sono considerate le "peggiori invenzioni di sempre", mi sono imbattuta solo in notizie tipiche sulle camere a gas, il DDT, il dirigibile all'idrogeno et similia.
Trasaliremmo tutti, forse, se ci fosse chiesto di scrivere su argomenti spremuti da anni.
Sui social però, c'è ancora materia di riflessione.
Certo, con il senno di poi, perché: chi di noi non partecipa a uno o più social; chi non è stato agganciato all'esca ingannevole dei media?
Laddove una volta le nostre case erano rallegrate dalle chiacchiere e dai cinguettii dei membri della famiglia, ora sono infestate e aggredite dalle vaste frequenze e dalle radiazioni elettromagnetiche. Cosa è cambiato nel tempo? Noi? Le nostre case? Il concetto di "famiglia"? Sia pure, ma no.
Se ci pensiamo, a marcare la differenza è stata l'invenzione dei canali social. Per quanto sia favorevole all'uso dei media, comincio a diffidare della loro influenza. Non sono le invenzioni, ma noi ad essere spericolati e sovente ignari a restarne intrappolati. Sembra che tutto abbia avuto inizio nel 1997, quando i primi media andarono in tilt: il pubblico s'entusiasmò dei social, invenzione straordinaria ed entusiasmante; perché non dovrebbe? Un luogo dove poter scambiare notizie e opinioni con persone lontane, un sito da utilizzare per organizzare e abbellire le nostre foto, l'angolino delle chat, dei messaggi e delle stanze di conversazione private in qualunque momento della giornata.
Con l'uso, l'abitudine e l'abuso, da veloce mezzo di divulgazione in tempo reale di notizie da un luogo all'altro della Terra, i social sono divenuti in breve la via di fuga dal mondo reale e dalla monotonia della vita vissuta in presenza. Quante volte ti senti invisibile? E quante ti passa per la testa il pensiero di non essere abbastanza amato, ammirato, apprezzato? Ecco uno dei perché: assidua frequenza del luogo virtuale, dove cercare spunto e conferme, perfino nuovi "capi", miti ed eroi da seguire, i cosiddetti influencer.
Lo ritieni possibile? Certo che lo è, infatti, non fosse per i media le notizie non avrebbero mai conquistato le regioni più lontane del globo in pochi secondi e può darsi che non avresti imparato più di quanto appreso a scuola, anzi, non avresti avuto il lusso di parlare ad amici e familiari all'estero e di farti amici (virtuali) in tutto mondo. Non avresti avuto l'opportunità di entrare a far parte di nuove comunità e di creare connessioni. Inoltre, guadagnare online sarebbe stato solo un sogno inviolato. Qual è il rovescio della medaglia, però, e quali le ripercussioni nella vita sociale, quella vera, lo dicono i diversi studi di ricercatori: ansia, depressione, disturbi e traumi mentali, bullismo, narcisismo, isolamento… molestie, incitamento al suicidio, cyberstalking, delinquenza, gelosia, sovraccarico di informazioni e mancanza di sicurezza online.
Non solo, anche violazione della privacy, inganno, conflitto con gli altri e una maggiore propensione per l'assunzione di rischi finanziari.