Più di 15 anni fa Massimo Malvestio accese i riflettori sul costante indebolimento della Coldiretti. Il quotidiano "Veneziepost" ripropone l'editoriale dove l'avvocato spiega le cause del fenomeno.
Massimo Malvestio: gli anni del potere della Coldiretti
C'era un tempo in cui, grazie all'influenza della Coldiretti, in regioni come il Veneto bastava essere contadini e padri di famiglia per ottenere la vittoria alle elezioni politiche. Un potere, quello della maggiore associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana, che dagli anni '80 in poi ha iniziato a risentire dello stretto legame con la Democrazia Cristiana. E non solo. A ricordare l'evoluzione della Coldiretti è Massimo Malvestio. In un suo editoriale del 2005, pubblicato su "Nordesteuropa" e recentemente ripreso dal quotidiano "Veneziepost", l'avvocato analizza le cause che hanno portato all'indebolimento dell'associazione fondata nel 1944 da Paolo Bonomi, uno dei primi rappresentati della storica DC. "La Coldiretti era la più potente, la più numerosa e la più disciplinata organizzazione collaterale alla Democrazia Cristiana - scrive Massimo Malvestio - e la loro alleanza ha segnato per cinquant'anni tutte le scelte di uomini e di strategie del Veneto bianco". Il sindacato aveva il potere di dire la sua su consorzi agrari, casse rurali, cooperative. Negli anni 2000 i primi segnali di declino, tra cui spicca la sconfitta alle elezioni dei consorzi di bonifica del 2005, definiti dall'autore "un triste spettacolo per chi ricorda cosa la Coldiretti ha significato nella storia recente di questa regione".
Massimo Malvestio: le cause dell'indebolimento
Un'influenza durata oltre mezzo secolo che si spiega innanzitutto con i vantaggi che l'associazione apportava ai suoi membri. Già nel 1954 il primo grande successo, con i coltivatori diretti che diventano i primi lavoratori autonomi in Italia ad ottenere l'assistenza malattia garantita. A testimonianza del suo peso politico la Coldiretti, aggiunge Massimo Malvestio, ha avuto un ruolo fondamentale anche nella promulgazione della legge per l'edificazione delle zone rurali, i cui effetti negativi sul paesaggio sono visibili ancora oggi. Con il crollo della DC e lo spostamento verso un sistema bipolare, l'associazione perde progressivamente appoggi e potere. Ma a contribuire al suo indebolimento anche altri fattori, come il decollo industriale del Paese, il progressivo spopolamento delle campagne e il fenomeno della secolarizzazione: "Per molti contadini rendere edificabile il proprio terreno era assai più interessante che coltivarlo - spiega Massimo Malvestio - a ciò si aggiunga la modifica statutaria che negli ultimi anni ha tolto ogni vera autonomia alle articolazioni territoriali ridotte a dipendenze dell'organizzazione nazionale".
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