La poesia incontra la musica dance.
In generale, preferisco chiamare questo progetto un insieme non di canzoni, ma di “pezzi”. Ognuna di queste composizioni è il mix di parole del mio passato e musica dance, tecno, deep. Un contesto necessario e fortemente cercato per tentare una strada “diversa” e, forse proprio per questo, decisamente più interessante.
Sono pezzi come quelli di un puzzle che, visti dall’alto, lasciano intravvedere una parte della mia anima. Ognuno di loro racconta una storia, un istante, una fotografia del mio passato. Talvolta chiamiamo ciò poesia, altre volte - più semplicemente - parole.
Il filo conduttore restano le emozioni, i sentimenti, i dubbi, le riflessioni sui tumulti dell’anima. Il mix con sonorità spinte è anche una ricerca voluta con l’intento di non appesantire gratuitamente le atmosfere grigie delle parole. L’album è contornato da collaborazioni con musicisti che hanno saputo sposare e accogliere la sensibilità e la bizzarria di questo progetto poetico-musicale.
METADONE e GIADA potremmo chiamarli due “jingle”. Poche parole che racchiudono nel primo caso un’immagine sbiadita e melanconica dell’infanzia e, nel secondo caso, il conforto di un abbraccio dato in un momento di forte solitudine.
SE IO SOLO SAPESSI è un viaggio tra Milano e il borgo artistico di Bussana Vecchia, in Liguria. Quel luogo rappresenta uno dei miei luoghi del cuore, dove l’anima trova sempre pace e dove mi piace, di tanto in quanto, scappare.
CON LA CRISI CHE C’E’ questo pezzo è una sorta di ironico inno alla condizione di oggi. Sempre in crisi: economica, di salute, politica. E così, l’unica cosa che cit sera che i quattro spiccioli che abbiamo è andare in Croazia dove i dentisti costano meno e tentare di farci fabbricare un nuovo è migliore sorriso per il futuro.
CUORI MADE IN CHINA Dedicata alle periferie milanesi. Dove c’è solo grigio e capannoni. Dove i pensieri sanno di smog e nebbia del mattino. Dove tutto viene contraffatto, anche i cuori che, oramai, sono prodotti in serie e a basso costo dai cinesi.
I TUOI TACCHI 12 Il racconto di un afoso pomeriggio di addio ai giardini di Porta Venezia, quelli intitolati a Indro Montanelli. L’amore svanisce, e di tutto quello restano solo i buchi fatti da lei sul prato con le sue scarpe laccate azzurre con il tacco 12.
BRACE Uno sfogo notturno. Un grido colmo di rabbia. Parole che andavano buttate fuori, esorcizzate, ammucchiate e impilate negli scantinati delle proprie sconfitte. Per poi dare fuoco a tutto quanto.
RESTATUTTOINFORSE (già inviata)
PAROLA DI LUPETTO Un profondo esame di coscienza. L’analisi di una speciale amicizia che vacilla e che tenta di pazientare nella speranza di ritrovarsi un giorno.
MEDIOLANUM Una sintesi di come ho sempre respirato Milano, con le sue contraddizioni, con le sue bizzarrie, con il suo fascino discutibile ma, per certi versi, calamitante e irresistibile.
TICTAC Questo pezzo è un vero e proprio esercizio di stile, dove le parole vengono ricercate e utilizzate per giocare, sperimentare, scoprire e ipnotizzare.
GRUMI DI PASSIONE Un messaggio in segreteria lasciato nel cuore di un’afosa nottata di agosto. La città deserta, il caldo torrido e tante, troppe cose ancora da voler dire.
COME BOLLE NELLO STOMACO La passione carnale che si fa strada e se ne frega delle conseguenze. Tutto si appanna, nulla è più logico. Si dissolvono ragione e vestiti. Ci si sente liberi, nonostante tutto, nonostante le conseguenze.