“Chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma”, sostiene con forza il presidente SIOT, Prof. Paolo Tranquilli Leali.
“Come italiani e come medici sentiamo il dovere di dare il nostro contributo in termini di solidarietà e siamo pronti a farlo garantendo la massima e immediata assistenza sanitaria ai cittadini ucraini, quasi tutti donne, bambini e anziani, in un contesto di efficienza consapevole” – conclude Tranquilli Leali.
E la SIOT si è attivata concretamente: ha coinvolto sette reparti di Ortopedia a Roma, Milano, Bari, Genova, Vicenza, Riccione e Sassari, dove personale medico, attrezzature e strutture sono stati messi in piena operatività per accogliere i rifugiati affetti da patologie osteoarticolari che spesso necessitano di trattamenti indifferibili. Alcune centinaia di pazienti ucraini sono già in cura in tutta Italia.
Ha aperto l’email ortopedico@siot.it per informazioni sanitarie sull’apparato osteoarticolare. Le risposte saranno fornite anche in lingua ucraina.
Per garantire assistenza sanitaria minimizzando i rischi di diffusione del Covid-19 e di altre patologie infettive, che in Ucraina sono molto più diffuse rispetto al nostro Paese, saranno rafforzate le procedure di sicurezza che prevedono l’uso di guanti, mascherine e tute anti contagio.
Il 90% dei profughi ucraini è rappresentato da donne e bambini. E anche in una situazione così particolare la SIOT, prima società medico-scientifica italiana in ambito chirurgico ad aver istituito una Commissione dedicata ad approfondire il tema della Medicina di Genere, è in prima linea. “La medicina di precisione – ci spiega la Dott.ssa Maria Silvia Spinelli, coordinatrice della CPO/MdG della SIOT – è sempre stata una delle nostre priorità. Le differenze biologiche, socio-economiche e culturali tra individui hanno un impatto sull’espressione clinica e sulla risposta ad uno specifico protocollo terapeutico. Siamo quindi pronti a garantire ai pazienti donne, bambini e anziani ucraini cure personalizzate”.
Nelle donne, bambini e anziani che scappano, gli specialisti della SIOT stanno riscontrando numerose casistiche di patologie all'apparato muscolo-scheletrico e infortuni, anche molto gravi, dovuti alle drammatiche condizioni della fuga dalla guerra.