“Senza dubbio la declinazione variegata con la quale Cecilia Martin Birsa imbastisce e struttura l'orchestrazione modulare delle sue spettacolari opere scultoree lascia ampio spazio ad un'eclettica e poliedrica visionarietà espressiva e diventa una componente di rilievo per distinguere in modo originale ed esclusivo la sua impeccabile dimensione comunicativa formale e sostanziale”. La Dott.ssa Elena Gollini tiene a mettere in risalto le peculiarità distintive caratterizzanti, che definiscono in modo inimitabile e subito identificabile la poetica scultorea della Martin Birsa, artista contemporanea di pregevole estro creativo e di guizzante ingegno artistico. Inoltre, la Dott.ssa Gollini ha così continuato nelle sue dichiarazioni affermando: “Vediamo spesso purtroppo una dispersione limitante di valori e di ideali nella moderna arte di proiezione contemporanea, che svaluta e sminuisce anche la tradizione universale che l'arte detiene nel suo primato assoluto di linguaggio espressivo trasversale e onnicomprensivo. Questo meccanismo affossante deriva spesso da dinamiche contorte e ambigue, che risultano molto fuorvianti per gli artisti e li fanno andare completamente nell'oblio e alla deriva senza meta e senza traguardi da perseguire e da raggiungere. Cecilia invece con la sua fervida perseveranza si pone come modello ad exemplum di paradigmi, che si collocano in perfetto equilibrio tra antico e moderno e diventano come delle icone espressive ideali da diffondere e da divulgare come inno all'arte universale nella sua mirabile valenza pura e assoluta. Per Cecilia essere artista è una mission, che la eleva oltre il limite dell'apparenza estetica informale e le permette di accedere a orizzonti allargati e dilatati, che fungono da virtuali stargate dove il tempo e lo spazio svaniscono e si annullano e scompare anche il senso incessante di caducità e di decadenza e tutto si pone su un livello idilliaco. Contestualmente per Cecilia fare arte equivale anche ad una simbolica scommessa esistenziale basata sulla tenacia e sulla resistenza e su quel concetto di resilienza creativa inalienabile e inviolabile, che sente appartenerle nel profondo. Ecco allora, perché Cecilia sceglie di rendersi portavoce di paradigmi, che conservano come caposaldo principi cardine sempre validi e sempre attuali recuperati dal passato e nel contempo ricerca quel quid magico e mistico per fare la differenza e personalizzare ogni creazione al meglio, darle quella sua precisa inclinazione sensoriale, che viene subito associata alla sua creatività e alla sua concezione di rigenerante innovazione a favore della tradizione intramontabile”.
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